Macron sacrifica Breton per Séjourné, e ora punta a un ruolo chiave in Commissione

18.09.2024
Macron sacrifica Breton per Séjourné, e ora punta a un ruolo chiave in Commissione
Macron sacrifica Breton per Séjourné, e ora punta a un ruolo chiave in Commissione

Il commissario si è dimesso sbattendo la porta in polemica con von der Leyen, ma il nuovo nome potrebbe dare a Parigi molte più possibilità di ottenere il controllo del portafoglio alla sovranità industriale

Il nuovo candidato francese a un posto alla Commissione è il ministro degli Esteri e degli Affari europei, Stéphane Séjourné. A poche ore dalle dimissioni a sorpresa del responsabile dell’Industria e dal Mercato interno, Thierry Breton, che ha lasciato in polemica con la presidente Ursula von der Leyen, accusandola di aver tramato alle sue spalle per far sostituire il suo nome, Emmanuel Macron ha cacciato dal cilindro quella che sembra la soluzione più efficace.

Il presidente francese ha proposto il nome di un uomo dalla forte esperienza istituzionale e conosciuto e rispettato al Parlamento europeo, una mossa che potrebbe facilitare per Parigi l’obiettivo di ottenere un portafoglio di maggiore peso, probabilmente legato alla competitività e alla sovranità industriale.

Portafoglio chiave

“Dalla presidenza francese del Consiglio dell’Ue nel 2022 e dal suo secondo discorso alla Sorbona nell’aprile 2024, il presidente della Repubblica ha sempre difeso l’ottenimento da parte della Francia di un portafoglio chiave di Commissario europeo, incentrato sui temi della sovranità industriale e tecnologica e della competitività europea. Questo è stato il filo conduttore di tutti i contatti avuti con la presidente della Commissione”, ha dichiarato l’Eliseo in una nota in cui spiega che la scelta di Macron è stata fatta in accordo con il premier.

Séjourné “è stato presidente del gruppo Renew al Parlamento europeo durante la precedente legislatura e soddisfa tutti i criteri richiesti”, rivendica l’Eliseo secondo cui “il suo impegno per l’Europa gli consentirà di sostenere pienamente questa agenda per la sovranità”.

Le dimissione al vetriolo di Breton

Breton, uno dei membri di più alto profilo della Commissione europea negli ultimi cinque anni, si è dimesso sbattendo la porta e pubblicando una lettera al vetriolo contro von der Leyen. Il politico francese è noto soprattutto per aver litigato pubblicamente con il miliardario della tecnologia Elon Musk, per aver svolto un ruolo chiave nel definire il regolamento Big Tech dell’Ue e per aver sostenuto gli sforzi per promuovere le industrie della Difesa.

Nella sua lettera di dimissioni, Breton ha affermato che von der Leyen “pochi giorni fa” aveva chiesto alla Francia di ritirare il suo nome come candidato alla Commissione “per motivi personali”, in cambio di un “portafoglio presumibilmente più influente”. “Alla luce di questi ultimi sviluppi – ulteriore testimonianza di una governance discutibile – devo concludere che non posso più esercitare le mie funzioni in seno al Collegio”, ha scritto Breton nella lettera.

Al di là delle accuse specifiche di Breton, pare che von der Leyen abbia usato la tattica di offrire una migliore posizione in cambio cambiato candidato donna con i Paesi membri più piccoli dell’Ue, allo scopo di aumentare la quota femminile nell’esecutivo comunitario. Nel suo caso più che per una questione di genere il disaccordo era però politico e personale.

La presentazione della nuova squadra

Per domani è in calendario un incontro tra von der Leyen e i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo riunito in Plenaria a Strasburgo. La presidente della Commissione avrebbe dovuto presentare la sua nuova squadra, elencando nomi e incarichi che intende dare a tutti. L’ultimo colpo di scena ha messo a rischio ora questa presentazione, anche se la velocità con cui Parigi ha sostituito il suo candidato e il curriculum della persona scelta dovrebbero fare di lui un nome a prova di bomba.

Von der Leyen potrebbe quindi domani semplicemente sostituire il nome di Breton con quello di Séjourné e mantenere il suo piano intatto, anche se il cambio potrebbe avere convinto davvero la presidente a dare alla Francia un qualcosa in più rispetto a quello che era intenzionata a concedere. Macron vuole un portafoglio chiave incentrato sulla sovranità industriale e sulla competitività europea e ora ha più chances di ottenerlo.

Tra i primi a esultare per la nomina c’è stata Valerie Hayer, la donna che di Séjourné ha preso il posto di leader del gruppo liberale del Parlamento Ue quando quest’ultimo è stato promosso al governo di Parigi. “Dal Parlamento europeo al Quai d’Orsay (la sede del ministero degli Esteri francese, ndr), Stephane Séjourné ha messo le sue convinzioni e la sua capacità negoziale al servizio degli europei. Ha la mia piena fiducia come futuro commissario insieme a tutti gli altri nostri candidati di Renew Europe”, ha assicurato.

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