Misteri e indagini sull’omicidio di una madre e della sua bambina a Villa Pamphili
Non è un produttore di film americano. O perlomeno, non si chiama Rexal Ford, bensì Francis Kaufmann. Il mistero riguardante il 46enne arrestato sull’isola greca di Skiathos, accusato di aver assassinato una bambina di meno di un anno, si infittisce ulteriormente. La piccola è stata trovata tra i cespugli nel parco romano di Villa Pamphili lo scorso 7 giugno. Attualmente, Kaufmann non è sotto inchiesta per l’omicidio della madre della bambina, rinvenuta accanto a lei all’interno di un sacco della spazzatura, poiché non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza. L’uomo, al momento in custodia nel carcere di Volos, a nord di Atene, dovrà fornire alla giustizia molte informazioni sulla morte della donna, la cui identità non era stata ancora confermata. La donna si presentava come Stella Ford e Kaufmann aveva raccontato ai suoi genitori di averla conosciuta e sposata a Malta nel 2023. Si sospetta fosse originaria della Russia o dell’Ucraina e si sta cercando di risalire al suo vero nome attraverso la registrazione della nascita della bambina, avvenuta probabilmente a Malta. Un musicista che ha avuto l’opportunità di conoscere i due sull’isola ha sostenuto che lui conduceva una vita agiata, gestendo degli Airbnb, e che lei era una “hacker”, riporta Attuale.
Kaufmann era giunto in Italia circa due mesi fa e non risulta registrato in alcun albergo. Sebbene avesse vissuto in condizioni di senzatetto a Villa Pamphili, possedeva una carta di credito e una rete di contatti che gli inquirenti stanno attualmente esaminando. Dichiarava di essere un produttore cinematografico americano e, nelle ultime settimane, si era presentato a una società di produzione nei Parioli per un film dal budget di tre milioni, accompagnato da quella che definiva sua moglie e dalla bambina. È possibile che cercasse finanziamenti. Un amico riferisce di aver ricevuto un messaggio audio il 5 giugno, data in cui si presume che la donna fosse già deceduta: “Mia moglie mi ha lasciato, è tornata con il suo ex. Ora mi ha abbandonato con la bambina perché non desidera più essere madre. Ti chiedo, potresti ospitarci a casa tua?”. Nei giorni successivi al ritrovamento del corpo della bambina, Kaufmann ha continuato a discutere del film che intendeva produrre, tentativo di convincere alcune donne a incontrarsi per audizioni. Attualmente, gli investigatori stanno analizzando il DNA di Kaufmann per accertare se sia il padre della bambina assassinata, oltre a indagare il suo telefono, al fine di raccogliere ulteriori elementi probatori. Sono state avviate le procedure per l’estradizione, ma Kaufmann si è opposto, richiedendo di tornare negli Stati Uniti. Il processo potrebbe richiedere da 20 giorni fino a due mesi. Nel frattempo, in Italia ci si interroga sui fatti accaduti. La polizia aveva già controllato Kaufmann per tre volte ed era stata testimone di accese discussioni tra lui e la donna ora deceduta. Cristina Carelli, presidente di Donne in Rete, evidenzia come la situazione sollevi interrogativi sulle lacune del sistema antifemminicidio. Se, di fronte a un conflitto familiare, non si considera la possibilità di violenza, diventa difficile effettuare le dovute verifiche e ascoltare la donna in modo indipendente dall’uomo.
Marco Principini