Maratona di Kish: duemila iraniane corrono senza velo, sfida agli ayatollah

07.12.2025 23:05
Maratona di Kish: duemila iraniane corrono senza velo, sfida agli ayatollah

Le reazioni degli ayatollah alla maratona di Kish: un’indecenza inaccettabile

Centinaia di donne hanno partecipato alla maratona di Kish in Iran, sventolando le bandiere della libertà e sfidando le leggi sul velo, causando la reazione furiosa degli ayatollah. Gli uomini di Ali Khamenei hanno espresso la loro incredulità di fronte a questo evento, definendolo una competizione «scandalosa» e accusando gli organizzatori di non aver rispettato le normative morali della Repubblica Islamica. «È stato indecente il modo in cui si è svolto l’evento», ha affermato la procura di Kish, riportando Attuale.

Il governo iraniano ha subito le prime conseguenze. Due organizzatori della maratona sono stati arrestati, accusati di non aver mantenuto l’osservanza delle leggi morali. Nonostante le scuse riguardanti la mancanza di avviso sulla necessità di rispettare le regole d’abbigliamento, gli arresti hanno sollevato interrogativi sulla capacità del regime di controllare le masse.

Ghazaleh, un’insegnante di Teheran che ha assistito all’evento da spettatrice, anticipa ulteriori punizioni: «I loro scagnozzi staranno studiando i profili social per capire chi altro punire. … All’ultimo concerto a Teheran la vendetta è stata rumorosa, ma dopo smettono di parlarne», ha commentato, evidenziando un trend di repressione culturale sempre più evidente.

Le giovani donne iraniane continuano a fronteggiare il regime, con un crescente numero di manifestazioni contro le leggi sull’hijab, confermando che la lotta per la libertà è ben lontana dall’essere conclusa. «Questa rivoluzione ha cambiato le regole del gioco», afferma Ghazaleh. L’uccisione di Mahsa Jina Amini ha innescato un movimento che sta trasformando la società. Anche gli uomini si schierano al loro fianco. Amir, 25 anni, ha dichiarato: «È stato bello vedere così tante donne senza velo. Le nostre sorelle sono coraggiose e noi le sosteniamo». All’evento, hanno partecipato anche circa tremila uomini, separati dalle donne, ma la celebrazione è stata condivisa da tutti.

Il clima di tensione è accentuato dalla crisi interna del governo, indebolito dalla guerra con Israele e da un’economia in deterioramento. Mentre il capo della Corte suprema, Gholamhossein Mohseni Ejei, sollecita un’applicazione più severa delle leggi, il governo riformista di Masoud Pezeshkian rifiuta di ratificare sanzioni più dure per le donne. Nonostante le minacce, le donne in Iran continuano a combattere su ogni fronte, dimostrando che anche lo sport è diventato un campo di battaglia per la libertà.

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