La tre giorni del Capo dello Stato a New York e il suo intervento alla Conferenza al Palazzo di Vetro su «Pace, giustizia e inclusione sociale per lo sviluppo sostenibile»
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto a New York ed ha aperto all’Onu la Conferenza di alto livello su Pace, giustizia e inclusione sociale per lo sviluppo sostenibile, dedicato all’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La visita del capo dello Stato durerà tre giorni è sarà interamente dedicata alle Nazioni Unite con il pensiero volto alle tensioni internazionali, alla guerra in Ucraina e a quanto sta accadendo a Gaza.
In effetti a poca distanza dal Palazzo di Vetro sede dell’Onu, continuano fortissime le proteste studentesche pro-Palestina e la Columbia University, che Mattarella avrebbe dovuto visitare, è ancora chiusa agli esterni dopo lo sgombero di pochi giorni fa.
I temi affrontati dal presidente Mattarella nel suo intervento
«Ringrazio i Rappresentanti dell’Onu e dell’Organizzazione Internazionale di Diritto per lo Sviluppo per aver lavorato a questo evento, che si tiene per la prima volta qui a New York, dopo le precedenti edizioni svoltesi in Italia – ha detto il capo dello Stato – Rivolgo un saluto a tutti i partecipanti, rappresentanti di governi, delle organizzazioni internazionali, delle istituzioni giudiziarie, delle università, della società civile, inclusi in particolare giovani e donne, impegnati nella promozione di società pacifiche e inclusive, di sistemi giudiziari equi e di istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti».
Raggiungere gli obiettivi entro il 2030
«L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ha il merito di avere fornito un orizzonte concreto per il loro realizzarsi, indicando un percorso che tutti gli Stati Membri si sono impegnati a perseguire nell’interesse dei popoli, che passa anzitutto dalla preservazione del pianeta, il luogo che abitano», ha detto il presidente della Repubblica.
«Giunti alla seconda metà del cronoprogramma di attuazione dell’Agenda, una decisa accelerazione verso il raggiungimento dei nostri obiettivi comuni appare imprescindibile, come riaffermato, lo scorso settembre, durante l’ultimo Vertice Onu in materia – ha esortato Mattarella. – Ci troviamo, purtroppo, in un contesto più complesso di quanto avevamo potuto immaginare in precedenza. All’intensificarsi degli effetti negativi del cambiamento climatico si aggiunge il proliferare di drammatici conflitti che allontanano dal dare priorità all’agenda stessa. Le conseguenze sono disastrose: allo stato attuale solo una modestissima percentuale degli obiettivi dell’Agenda 2030 sarebbe raggiungibile nei tempi dati» ha aggiunto.
I diritti delle persone e dei popoli
«L’Obiettivo 16, oggetto della riflessione di questa giornata, costituisce e comporta un passaggio ineliminabile – ha detto il Presidente-. Come potremmo parlare, infatti, di pace come sviluppo se non sostenendo i diritti delle persone e dei popoli? Come potremmo, se non affermando la pratica, nei conflitti, dei principi delle Convenzioni di Ginevra in materia di diritto umanitario, oggi apertamente violati?». Per il Capo dello Stato l’unica via è «ponendo in campo norme e iniziative contro la violenza sui fanciulli e sulle donne, sullo sfruttamento da parte della criminalità organizzata, sulla marginalizzazione dei disabili».
«Sono questioni che riguardano da vicino le istituzioni e l’amministrazione della giustizia. Si tratta di por fine alla insicurezza cui sono confinate troppe popolazioni e troppe persone. Siamo particolarmente onorati, in proposito, di avere proposto e ottenuto l’assenso dell’Assemblea Generale, poco più di un mese fa, su una Risoluzione che, a 24 anni dalla Convenzione di Palermo, ha dichiarato, ricordando la figura di Giovanni Falcone, il 15 novembre di ogni anno “Giornata internazionale per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di criminalita” organizzata transnazionale».
Lo Stato di diritto e la criminalità
La stabilità degli stessi Stati, la vigenza dello Stato di diritto, troppo spesso vengono messi in causa da queste forme di pervasiva criminalità. Se questi sono temi di particolare urgenza, la prospettiva verso la quale ci muoviamo e’ quella di rendere le nostre società più coese e giuste, allargando gli spazi civici e politici di partecipazione a tutte le componenti delle società; rendendo le istituzioni, ad ogni livello, più inclusive e più rappresentative: in ultima analisi rinsaldando il “contratto sociale” fra popoli e istituzioni – ha proseguito Mattarella – Si tratta di condizioni essenziali per lo sviluppo della persona, purtroppo fragili o assenti in tante parti del mondo. Anche per questo l’Italia e’ impegnata con convinzione a far avanzare l’attuazione di questo obiettivo e a collaborare a tal fine con organizzazioni come l’Idlo, che ospitiamo a Roma».
Nessuno sviluppo senza la pace
«Pace e Sviluppo hanno destini incrociati. Non può esservi l’uno, senza l’altra. Viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della seconda guerra mondiale che divorano enorme risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo. L’appello alla costruzione delle condizioni necessarie per la pace e per porre fine ai conflitti non potrebbe essere più necessario e urgente». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando alle Nazioni Unite.
Il dialogo alla base delle relazioni fra i Paesi
«È sulla base di questo approccio che l’Italia dispiega la sua azione, con ferma determinazione nel sostenere gli strumenti di dialogo basati su quel principio di multilateralismo che oggi vediamo così drammaticamente messe in discussione dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle conseguenze dell’irrisolto conflitto israelo-palestinese. Non possiamo continuare ad attardarci in relazioni fra Paesi basate su visioni ed eredità ottocentesche, su pulsioni di potenza».
«Il quadro giuridico entro cui si colloca la capacità di perseguire l’Agenda é strumento essenziale. Affidarsi esclusivamente alla buona volontà degli attori in gioco si è rivelato, spesso, un esercizio fallace. Ecco perché allora l’Obiettivo 16, oggetto della riflessione di questa giornata, costituisce – e comporta – un passaggio ineliminabile». Ha proseguito il presidente.
No alle visioni ottocentesche
«Non possiamo continuare ad attardarci in relazioni fra Paesi basate su visioni ed eredità ottocentesche, su pulsioni di potenza» ha detto il presidente della Repubblica sottolineando che «con – e nelle – Nazioni Unite dobbiamo lavorare per ricostituire la fiducia tra le nazioni, rinsaldare la cooperazione internazionale e tessere nuove reti di comprensione e collaborazione».
L’importanza dell’attenzione all’ambiente
«All’intensificarsi degli effetti negativi del cambiamento climatico si aggiunge il proliferare di drammatici conflitti che allontanano dal dare priorità all’agenda stessa. Le conseguenze sono disastrose».
La libertà di stampa e la disinformazione
«Fronteggiamo oggi un pericolo ulteriore che mina il rapporto di fiducia con le istituzioni e tra i Paesi, quello della disinformazione. E’ di venerdì scorso la Giornata mondiale per la libertà di stampa che ammonisce, ogni anno, sul valore della libertà d’informazione per il mantenimento della democrazia», ha sottolineato Sergio Mattarella.
Il Presidente incontra i funzionari italiani all’Onu
«Domani parlerò all’Assemblea generale per esprimere la testimonianza di fiducia nell’Onu e l’impegno per il rilancio del multilateralismo. Voglio testimoniare come l’Italia sia al sostegno del multilateralismo e del ruolo dell’Onu: tanto più in un momento di grande difficoltà, di grandi incomprensioni e tensioni internazionali emerge l’indispensabilità di questa sede per trovare strade di mediazione e di dialogo ma anche di prospettive future positive per la vita internazionale» ha poi detto il Presidente della Repubblica incontrando i funzionari italiani all’Onu.
La collaborazione tra atenei per ponti di dialogo
Il presidente della Repubblica parlando in un evento al Metropolitan club di New York ha poi sottolineato l’amicizia fra l’Italia e gli Stati Uniti: «Paesi uniti da un legame di forte amicizia». Ha dichiarato di essere molto emozionato per essere tornato a New York dopo tanto tempo.
«E’ per me forte l’emozione di tornare, dopo 8 anni, a New York e incontrare di nuovo rappresentanti della collettività italiana che qui risiede, che tanto ha contribuito e tanto contribuisce al continuo sviluppo di questa realtà. Questa città costituisce il cuore pulsante degli Stati Uniti e un incredibile avamposto di progresso per il mondo intero: per la sua capacità di anticipare i tempi e di essere, ormai da quasi un secolo, straordinario centro di tolleranza, irradiazione di culture e di innovazione. New York rappresenta un esperimento unico di integrazione multiculturale, multietnica, e multilinguistica».
Mattarella ha poi parlato dell’Italian Academy «un patrimonio di cui dobbiamo andare particolarmente fieri in un periodo in cui la collaborazione fra Atenei – così importante per costruire ponti di dialogo e luoghi di libero dibattito – viene messa in discussione, nel contesto di crescenti tensioni internazionali. Alle nuove generazioni di italiane ed italiani che scelgono di vivere negli Stati Uniti si prospetta una esperienza unica. Fare tesoro del privilegio di vivere fra “due mondi e fra due culture”, potendo avvalersi di quella della patria di origine e di quella che li ospita» ha sottolineato Mattarella.
La storia dei nostri migranti italiani
«Per gli italiani arrivati qui a partire dalla fine del XIX secolo non sempre è stato facile, anzi, direi che la laboriosità che li ha contraddistinti è stata accompagnata da notevoli sacrifici».
Sacrifici, ha proseguito Mattarella, che sono stati «ripagati da riconoscimenti in ogni ambito della vita di questo grande Paese. L’immagine dell’Italia negli Stati Uniti è articolata e ricca di sfaccettature, e non potrebbe essere altrimenti».
A questa immagine, ha sottolineato il capo dello Stato, «concorrono, nell’immaginario di questa grande nazione, grandi esploratori come Cristoforo Colombo e Giovanni da Verrazzano, di cui ricorrono quest’anno i cinquecento anni dallo sbarco nella baia di Hudson». E vi contribuiscono, «in tempi più recenti, anche numerosissime personalità distintesi nel campo della cultura, delle arti, dell’imprenditoria».
Fonte: LaStampa