Il presidente della Repubblica ha parlato durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale: “Ogni atto contro la libera informazione è un atto contro la Repubblica”
“Sindaca spero che si possa ancora dire”. Ironizza così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, evocando la proposta della Lega – poi ritirata – di vietare le declinazioni femminili in tutti gli atti pubblici, pena una multa fino a cinquemila euro. Il Capo dello Stato ha parlato davanti ai cronisti della stampa Parlamentare nella tradizionale cerimonia del Venaglio che si è svolta al Quirinale.
“Il pluralismo dell’informazione è garanzia di democrazia”
“Va sempre rammentato – ha detto Mattarella – che i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della Carta, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno, negli ultimi tempi, infittendo contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni come è accaduto a Torino nei giorni scorsi, nei confronti di giornalisti che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo”. Il riferimento è stato all’aggressione al giornalista de La Stampa, Andrea Joly, malmenato da quattro militanti dell’organizzazione neofascista Casa Pound mentre riprendeva una commemorazione.
“Per citare ancora una volta Tocqueville – ha continuato il presidente della Repubblica – ‘democrazia è il potere di un popolo informato’. Ecco perché ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica. Il pluralismo dell’informazione è garanzia di democrazia. A questo valore le istituzioni della Repubblica devono rivolgere la massima attenzione e sostegno”.
“Ferma condanna alla deriva di violenza contro esponenti politici”
Partendo dal recente attentato a Donald Trump, il capo dello Stato ha parlato di quanto sia “fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemici”. E qui il riferimento a quello subito dall’ex sindaca di Berlino, Franziska Giffey, preso a pretesto per lanciare la frecciata contro la proposta di legge depositata e poi ritirata dal partito di Matteo Salvini.