Bruxelles esenta dalla regole sulla concorrenza le aziende agricole che ricevono fino a 50mila euro. Fondi record per gli investimenti nella bioeconomia dalla Banca centrale europea
Tre “regali di Natale” destinati agli agricoltori europei. A metterli sotto l’albero è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il primo è una misura che raddoppia la soglia degli aiuti di Stato che le aziende agricole possono ricevere senza ricevere controlli da parte dell’antitrust europeo. Il secondo ha l’obiettivo di rendere obbligatori i contratti scritti tra agricoltori e acquirenti, per rafforzare il ruolo dei produttori in un mercato spesso opaco e caratterizzato dal sottocosto. Infine è stato annunciato un pacchetto di finanziamenti da 3 miliardi di euro per l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca da parte della Banca centrale europea.
Dopo l’annuncio della chiusura dei negoziati del Mercosur del 6 dicembre, che ha irritato non poco le organizzazioni agricole europee, Bruxelles prova placare gli animi del settore rurale con questa triplice mossa. Se da un lato queste misure vanno nella direzione del supporto al reddito e della semplificazione, richiesta a più riprese dagli agricoltori, dall’altro ci sono dei rischi legati alla riduzione dei controlli sui soldi erogati della Politica agricola comune. Come dimostrano diversi casi di cronaca del recente passato, anche dietro cifre “esigue” possono nascondersi affari e interessi di stampo criminale.
Le modifiche agli “aiuti de minimis” per le aziende agricole
Bruxelles ha adottato una modifica del regolamento sugli aiuti “de minimis” nel settore agricolo per raddoppiare la soglia di aiuti di Stato per ogni singola impresa esente dal controllo dell’antitrust europeo. Nell’arco di tre anni, il massimale “de minimis” per singola impresa passa da 25 mila a 50 mila euro. Secondo le stime degli esperti della Direzione generale Agricoltura, la decisione è frutto di diversi fattori, tra cui gli sviluppi del mercato e l’altissimo livello di inflazione registrato negli ultimi anni nel settore agroalimentare. La norma esenta i piccoli importi di sostegno nel settore agricolo dal controllo degli aiuti di Stato, dato che si ritiene che non abbiano impatto sulla concorrenza e sugli scambi nel mercato unico.
L’emendamento include anche un adeguamento dei “limiti nazionali”, calcolati in base al valore della produzione agricola dello Stato membro. Questi passano dall’1,5% al 2% della produzione agricola nazionale, con un’estensione fino al 2023. Infine è stato eliminato il cosiddetto “tetto settoriale”, che impediva agli Stati membri di concedere aiuti de minimis superiori al 50% del limite nazionale ad un unico settore produttivo. Bruxelles ha anche introdotto un registro centrale obbligatorio degli aiuti de minimis a livello nazionale o europeo, al fine di garantire una maggiore trasparenza e ridurre l’onere amministrativo per gli agricoltori. Al momento le imprese rurali utilizzano un sistema di auto-dichiarazione. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, il regolamento modificato si applicherà fino al 31 dicembre 2032.
Più potere agli agricoltori nella filiera agricola
La seconda novità annunciata da Bruxelles in settimana riguarda le modifiche del regolamento sull’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (Ocm). L’obiettivo è quello di migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare e sostenere il loro reddito. Le novità puntano a rendere i contratti scritti tra agricoltori e acquirenti un obbligo generale. La modifica Intende anche migliorare il modo in cui i contratti a lungo termine tengono conto dell’evoluzione del mercato e delle fluttuazioni dei costi e delle condizioni economiche. Inoltre è previsto un rafforzamento delle organizzazioni dei produttori e delle loro associazioni per migliorare il loro potere contrattuale, consentendo a i governi di fornire loro un sostegno finanziario maggiore tramite la Pac e semplificando le norme sul loro riconoscimento giuridico.
Queste modifiche del regolamento Ocm dovranno essere approvate dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Altra proposta di Bruxelles sono le nuove norme sull’applicazione transfrontaliera delle regole contro le pratiche commerciali sleali. In media, circa il 20% dei prodotti agricoli e alimentari consumati in uno Stato membro proviene da un altro Stato membro. L’esecutivo Ue punta a rafforzare la cooperazione delle autorità nazionali di controllo, in particolare migliorando lo scambio di informazioni, le indagini e la riscossione delle sanzioni.
I prestiti per la bioeconomia nel settore rurale
Ultimo “regalo di Natale” da parte di Bruxelles riguarda i prestiti. La presidente della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) Nadia Calviño ha annunciato il 10 dicembre un pacchetto di finanziamenti da 3 miliardi di euro per l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca in tutta Europa, insieme a misure per rafforzare l’assicurazione agricola. I prestiti della Bei saranno abbinati da altri istituti finanziari privati. In totale si prevedono circa 8,4 miliardi di euro di investimenti a lungo termine per il settore della bioeconomia. Il sostegno, che segna la più grande iniziativa di finanziamento sostenuta dalla Banca per l’agricoltura europea, sarà rivolta alle piccole e medie imprese (Pmi) e alle mid-cap, cioè le società quotate in un mercato azionario caratterizzate da media capitalizzazione. Il fondo sarà distribuito nei prossimi tre anni, con i primi prestiti che dovrebbero essere firmati nella prima metà del 2025.