Un triste epilogo a Castrezzato: la perdita di un bimbo e il dramma di un bagnino
Si è consumato un dramma nel dramma. Tre giorni dopo la tragica morte per annegamento di un bambino di quattro anni, un’altra vita si è spezzata. Matteo Formenti, 36 anni, uno dei bagnini in servizio nel momento in cui il piccolo era finito in acqua in una piscina di Castrezzato, è stato trovato senza vita in un bosco ai piedi del Monte Orfano a Cologne. Le indagini hanno confermato che si tratta di un suicidio, e l’uomo era già stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. Gli inquirenti ipotizzano che ci siano state delle omissioni nei controlli da parte del personale di salvataggio. È difficile non collegare queste due tragicità, riporta Attuale.
La piscina era affollata il giorno dell’incidente. Il bambino, sfuggito alla sorveglianza del padre, è scomparso sott’acqua ed è stato recuperato da altri bagnanti e dai bagnini, che hanno tentato di rianimarlo fino all’arrivo degli operatori del 118. Nonostante i tentativi disperati, il piccolo non si è mai ripreso ed è deceduto all’ospedale di Bergamo, dopo che i medici hanno tentato anche la circolazione extracorporea. È evidente che Formenti non ha saputo far fronte a questa orribile sequenza di eventi. Da un lato, lo shock per la tragedia e, dall’altro, l’inizio delle indagini hanno pesato su di lui. Secondo quanto riportato, la pressione causata dal senso di colpa ha avuto un impatto devastante.
Nella settimana precedente, il cellulare di Formenti era stato sequestrato dai carabinieri, ma non aveva ancora ricevuto un’informazione di garanzia ufficiale relativo all’inchiesta per omicidio colposo aperta dalla Procura di Brescia. I militari della Compagnia di Chiari, dove il bagnino risiedeva, hanno tentato di contattarlo lunedì mattina senza successo. Nel frattempo, l’uomo, che aveva ottenuto una nuova SIM, non rispondeva a telefonate o messaggi. Questo ha allarmato amici e conoscenti, portando a appelli sui social media, incluso quello del sindaco della sua città. Ora due famiglie vivono lo stesso dolore: quella del bambino annegato e quella di Matteo, che ha deciso di porre fine alla propria vita prima di affrontare le accuse in arrivo.
Il corpo del bambino, dopo l’autopsia, sarà restituito ai genitori, che potranno finalmente piangerlo e organizzare la sepoltura. I funerali si terranno venerdì in forma civile presso la casa Funebre Remondina. Il sindaco di Rovato, dove vive la famiglia del piccolo, ha assicurato che “la comunità è e sarà vicina a un nucleo familiare giovane, che non meritava questa sofferenza”. Anche a Chiari, dove viveva Formenti, l’amministrazione ha espresso la propria vicinanza: “Sono al fianco della famiglia, dei parenti e degli amici di Matteo”, ha dichiarato il primo cittadino Gabriele Zotti, sottolineando come tutta la città si unisca nel dolore. Anche sul corpo di Matteo sarà condotta un’autopsia, mentre i carabinieri tentano di ricostruire le sue ultime ore di vita.