Morti Clark Olofsson, il volto della “sindrome di Stoccolma”
Clark Olofsson, noto a livello mondiale dopo un famoso rapimento e una rapina in banca avvenuti nel 1973 a Stoccolma, è deceduto a 78 anni a causa di una lunga malattia, riporta Attuale.
La sua famiglia ha confermato la notizia, sottolineando come Olofsson sia stato una delle due figure carismatiche coinvolte nel crimine che ha portato alla nascita del termine “sindrome di Stoccolma”. Durante un assalto di sei giorni in una banca, gli ostaggi iniziarono a provare simpatia per lui e il suo complice, difendendo le loro azioni e manifestando ostilità nei confronti della polizia.
Il concetto di “sindrome di Stoccolma” è stato coniato dal criminologo svedese Nils Bejerot per descrivere l’affetto inspiegabile che taluni sequestrati sviluppavano nei confronti dei loro rapitori. Questa teoria ha acquisito notorietà anche l’anno successivo, quando l’ereditiera Patty Hearst fu rapita da un gruppo militante e successivamente si unì a loro. Olofsson ha continuato a rimanere al centro dell’attenzione sia nei media che nella cultura popolare.
Nel 2022, la sua figura è stata nuovamente rappresentata in una serie di Netflix con l’attore Bill Skarsgård nei panni del criminale. Olofsson è diventato così un simbolo di un’epoca, accendendo dibattiti sui temi della criminalità e della psicologia umana. Nonostante il suo passato criminale, il suo impatto sulla cultura e sulla sociologia resta un argomento di importante discussione.
La sua vita e la sua morte pongono domande su come percepiamo gli individui con storie complicate e su come il pubblico reagisca a crimini così drammatici. L’eredità di Olofsson continua a sollevare interrogativi sulla natura dell’empatia e delle relazioni tra vittime e carnefici, rendendolo un personaggio complesso e affascinante nella storia criminale moderna.