Lo rivela uno studio condotto dal Glasgow Centre for Population Health, in Scozia, e pubblicato sulla rivista medica Bmj Public Health. Percorrere in bicicletta il tragitto casa-lavoro (ma anche università) riduce il rischio di morte del 47 per cento
“Passeggiando in bicicletta accanto a te”, canta Riccardo Cocciante. Romanticismo a parte, i pendolari che vanno a lavoro inforcando le due ruote per il tragitto casa-ufficio (o università) hanno un rischio inferiore del 47 per cento di morte, del 24 per cento a causa di malattie cardiovascolari (che in Italia provocano 47mila decessi l’anno), del 10 per cento di ricovero ospedaliero per ogni ragione. Sono gli (innegabili) vantaggi sulla salute che emergono dallo studio condotto da Bruce Whyte del Glasgow Centre for Population Health. e pubblicato sulla rivista scientifica Bmj Public Health.
I risultati ottenuti fortificano quelli di un’altra ricerca, condotta nel 2017 ancora in Scozia (e visibile sempre su Bmj). In questo caso, i ricercatori dell’Università di Glasgow hanno rilevato i benefici di muoversi in bici oppure a piedi (tra i vantaggi, camminare abbassa la pressione arteriosa) dopo aver incrociato le risposte a un test relativo ai mezzi di trasporto usati per raggiungere l’ufficio con i dati sulle malattie, i ricoveri ospedalieri e la mortalità di 264.377 inglesi con un’età media di 53 anni. Anche qui emerge che sono i ciclisti ad ottenere i benefici maggiori: salire in sella ogni giorno riduce infatti il rischio di cancro del 45 per cento e di malattie cardiovascolari del 46 per cento (andando a piedi, invece, si riduce del 27 la possibilità di sviluppare una malattia cardiovascolare e del 36 per cento di morirne).
Pedalare l’elisir di lunga vita
Lo studio condotto da Whyte ha utilizzato i dati rappresentativi a livello nazionale provenienti dallo Scottish Longitudinal Study Development and Support Unit, focalizzandosi su persone tra i 16 e i 74 anni. L’analisi finale si è basata su 82.297 individui, ai quali è stato chiesto il mezzo di trasporto utilizzato. Il “viaggio attivo” è stato definito come andare in bici o camminare; tutti gli altri metodi di pendolarismo sono stati etichettati come “inattivi”. Le risposte degli intervistati sono quindi state collegate a ricoveri ospedalieri nazionali per tutte le cause – comprese patologie cardiovascolari, cancro e incidenti stradali – nonché alle prescrizioni di farmaci (ansiolitici, sedativi, antidepressivi) per problemi di salute mentale dal 2001 al 2018.
I risultati ottenuti indicano che il “viaggio attivo” è associato a numerosi vantaggi per la salute. Per i ciclisti, in particolare, è emersa una riduzione del 47 per cento del rischio di morte per qualsiasi causa (quasi dimezzando il pericolo rispetto ai pendolari inattivi). Per loro, poi, il rischio di ricovero ospedaliero per qualsiasi causa non supera il 10 per cento, mentre il pericolo di venire ricoverati per malattie cardiovascolari diminuisce del 24 per cento. C’è di più. Gli appassionati delle due ruote hanno anche un rischio inferiore del 30 per cento di ricevere prescrizioni per patologie cardiovascolari, un pericolo minore del 51 per cento di morire di cancro, una riduzione del 24 per cento di ricovero in ospedale. Non da ultimo, per i ciclisti il rischio di vedersi somministrati farmaci per disturbi mentali diminuisce del 20 per cento.
Camminare ogni giorno migliora la salute
In merito al camminare fino al posto di lavoro (o all’università), lo studio condotto presso il Glasgow Centre for Population Health parla chiaro: chi può farlo incorre in un pericolo inferiore dell’11 per cento di ricovero ospedaliero per qualsivoglia ragione e del 10 per cento di ricovero per malattie cardiovascolari. Non tralasciando il fatto che camminare è associato a una riduzione, rispettivamente del 10 per cento e del 7 per cento, del rischio di ricevere prescrizioni per malattie cardiovascolari e disturbi mentali.
Muoversi a piedi, dunque, allunga la vita. E non è necessario passeggiare troppo. A sostegno di questa tesi giungono infatti i risultati del più grande studio osservazionale mai condotto sugli effetti della camminata sulla salute, pubblicato sullo European Journal of Preventive Cardiology da un team di esperti della Medical University of Lodz (Polonia), del Ciccarone Center for the Prevention of Cardiovascular Disease e della Johns Hopkins University School of Medicine negli Stati Uniti nonché di altri istituti di ricerca.
Numeri alla mano, gli scienziati – che hanno messo insieme i risultati di 17 differenti lavori precedenti condotti sul tema, relativi a 226.889 persone e analizzati nella loro completezza – hanno mostrato che è sufficiente compiere circa 4mila passi al giorno per ottenere una riduzione importante del pericolo di morte per ogni causa; già a 2mila passi, poi, si osserva una riduzione del rischio di morte per patologie cardiovascolari. “Il nostro studio conferma che più si cammina e meglio è. E ciò riguarda donne e uomini, a prescindere dall’età e dal fatto che la persona viva in una regione temperata, subtropicale o subpolare”, le parole di Maciej Banach, docente di cardiologia e coordinatore del gruppo di autori del lavoro.