Continua il conflitto tra Israele e Iran: una nuova escalation
I bombardamenti tra Israele e Iran sono in atto da quattro giorni e non mostrano segnali di cessazione imminente. Questi attacchi si distinguono da quelli precedenti sia per intensità che per obiettivi, suggerendo una nuova fase del conflitto. Diversi interrogativi sorgono su questa escalation, riporta Attuale.
Perché questa volta è diverso?
La storia recente ha visto Israele lanciare attacchi contro l’Iran, ma spesso erano manovre dimostrative. Tuttavia, questa volta, Israele sembra aver avviato un’operazione di bombardamenti aerei su larga scala, diretta a minare severamente, se non a rovesciare, il regime iraniano, percepito come una minaccia alla propria sicurezza.
Come si sono svolti i bombardamenti fino ad ora?
Le offensive aeree israeliane hanno preso avvio nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, sfruttando anche un certo effetto sorpresa. In una sola incursione, Israele ha colpito con forza, provocando la morte dei principali leader militari iraniani e danneggiando gravemente le capacità difensive aeree, con effetti devastanti su diverse installazioni legate al programma nucleare.
La risposta dell’Iran non si è fatta attendere, con il lancio di missili balistici che hanno distrutto importanti strutture in Israele, superando in alcuni casi le difese aeree. Il conflitto ha già causato numerosi morti, con 224 vittime iraniane e 14 israeliane registrate fino ad oggi.
Ci aspettiamo una continuazione di questi bombardamenti? Per quanto tempo ancora?
Israele ha affermato che le operazioni di bombardamento continueranno almeno per due settimane, con l’Iran che si prepara a rispondere. Alcuni esperti prevedono che il conflitto possa protrarsi per settimane, senza certezze su come evolverà la situazione.
Le prospettive potrebbero includere un’escalation ulteriore, con Israele che potrebbe orientare i bombardamenti verso infrastrutture strategiche dell’Iran, mentre l’Iran potrebbe colpire basi statunitensi nella regione. Questa complessa situazione rimane difficile da valutare e prevedere.
Quali motivi hanno indotto Israele a lanciare un attacco in questo momento?
La decisione israele si basa su alcune circostanze recenti. Dopo mesi di negoziati tra Iran e Stati Uniti, ai quali Israele si oppone, si è creato un clima che Tel Aviv percepisce come favorevole per un intervento militare. La posizione isolata dell’Iran, dovuta alla perdita di alleati nella regione, amplifica le motivazioni di Israele per agire.
Cosa cerca di ottenere Israele da questa offensiva?
Il primo ministro Netanyahu ha dichiarato che l’obiettivo è eliminare la minaccia nucleare e missilistica dell’Iran, messo in atto tramite bombardamenti mirati sui siti militari e la leadership di Teheran. Ma c’è anche un obiettivo implicito: la possibilità di un cambiamento di regime, sebbene questa possibilità appaia remota date le profonde radici del regime iraniano nella società.
Qual è il reale stato di debolezza dell’Iran?
L’Iran ha subito significative perdite nella sua leadership militare e ha visto gravemente compromesse le sue difese aeree. Nonostante ciò, il paese continua a dispongere di un arsenale considerevole e di un’ampia forza militare. Tuttavia, le operazioni di bombardamento di Israele comportano costi elevati e complesse logistiche, con importi che potrebbero rivelarsi insostenibili nel lungo termine.
Ci sono rischi legati agli attacchi ai siti nucleari?
Israele ha colpito vari impianti legati al programma nucleare iraniano. Sebbene l’Iran sostenga che le sue attività abbiano solo scopi civili, Israele e gli Stati Uniti rimangono scettici, temendo la possibilità di sviluppo di armi nucleari. Recenti rapporti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica non hanno rilevato danni severi o aumenti nei livelli di radiazioni, suggerendo che i siti nucleari siano oggi ben protetti.
Cosa sta facendo il presidente Trump in questo contesto?
In un momento di complessità diplomatica, Trump è chiamato a sostenere Israele senza compromettere la sua immagine di isolazionista. Ha sottolineato l’importanza di una soluzione diplomatica, pur riconoscendo che talvolta le nazioni devono risolvere tramite conflitti.
La situazione nella Striscia di Gaza
Nonostante l’attenzione si concentri sull’Iran, Israele continua a bombardare Gaza, definita ora un fronte secondario. Questo potrebbe generare ulteriori crisi umanitarie, come dimostrano i recenti eventi, tra cui scontri e attacchi ai centri di distribuzione di aiuti, aggravando la già fragile situazione nella regione.