Nuovo rinvio per lo sblocco del tax credit: “Set cinematografici fermi, in migliaia senza stipendi”

07.03.2025
Nuovo rinvio per lo sblocco del tax credit: "Set cinematografici fermi, in migliaia senza stipendi"
Nuovo rinvio per lo sblocco del tax credit: "Set cinematografici fermi, in migliaia senza stipendi"

Si scalda la protesta del comparto cinematografico, un migliaio di lavoratori che da un anno e mezzo sconta lo stop dei finanziamenti statali decisi dai ministro Sangiuliano e Giuli. “Altro che le fake news di Borgonzoni”

Nessun ciak, nessuno stipendio: per la maggior parte dei lavoratori del cinema l’amministrazione Sangiuliano-Giuli al ministero della cultura è coincisa con un fermo contrattuale che si protrae da mesi dopo la riscrittura delle regole del Tax Credit. E di tornare sui set non se ne parla almeno fino a fine maggio: è l’ennesimo rinvio quello che esce dalle stanze del Tar del Lazio dove i giudici amministrativi hanno esaminato (e rinviato il dibattimento al 27 maggio) i ricorsi che molte società di produzione indipendenti hanno presentato contro i decreti ministeriali, che vorrebbero riformare l’intervento dello Stato a favore del settore.

Tutto congelato mentre il ministero spiega di volere ridefinire le regole per la commissione che deve affidare il tax credit (un finanziamento pubblico che vale tra il 15 a massimo il 40% del costo complessivo di produzione). Ma senza una legge quadro definita che metta in chiaro le linee di finanziamento statale nessuno muove un passo. Questa situazione di fatto blocca le piccole e medie produzioni – il 75 percentuale circa del totale – che senza questo tax credit non possono finanziare i progetti e non hanno accesso anche ai prestiti bancari vista la totale incertezza del momento.

Nei fatti: film bloccati, copioni che restano nel cassetto e un intero campo di lavoratori senza stipendi e senza certezze per il futuro.

I lavoratori da oltre un anno e mezzo devono per lo più far affidamento ai sussidi di disoccupazione, ma a fronte della crescente sofferenza delle maestranze e delle troupe (in foto e video il presidio davanti al Tar di duecento tra lavoratrici e lavoratori del cinema) restano i silenzi della sottosegretaria delegata, la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, che si nasconde dietro vere fake news: “Il settore lavora alla grande”. Ma basta fare una passeggiata negli studios di Cinecittà o parlare con i lavoratori del campo per accorgersi della menzogna. A riempire gli incassi dei cinema sono per lo più film stranieri. 

Il sistema cinema italiano

A sopravvivere ci sono solo alcune serie tv che fanno capo a un piccolo gruppo di imprese per lo più controllate da multinazionali straniere o che hanno rapporti con Paolo Del Brocco (Rai Cinema) o con Maria Pia Ammirati (Rai Fiction). Se il cinema internazionale ha già trovato casa altrove, lo stillicidio del “aspettiamo, magari qualcosa si sblocca” tocca invece al cinema indipendente italiano. Piccole e medie società si trovano l’accesso precluso al mercato (che necessita di regole certe) e al sostegno pubblico (in attesa della risoluzione dei ricorsi e del nuovo decreto correttivo).

Chi protesta chiede l’annullamento dei decreti attuativi che bloccano grande parte del settore e un supporto finanziario per le produzioni locali, medie e piccole imprese che dell’indotto del cinema vivono. I lavoratori, fermi da mesi, chiedono il recupero dell’anno contributivo 2024 – l’anno senza set – così come l’indennità di discontinuità che garantisca un piccolo sussidio. 

“Ci stiamo attivando per organizzare un presidio fisso nei pressi delle sedi istituzionali e dei ministeri” spiegano a Today.it Enrico Zanetti, Alessandro Bolognese ed Christian Yari Schembri membri dell’associazione italiana tecnici di ripresa. A nome di tutti i lavoratori chiedono di fare presto, prima che lo spettacolo sia davvero finito. “Questo tax credit non funziona come oggi si è verificato in udienza al Tar. Il welfare non funzionano: la disoccupazione viene erogata così come la naspi sulla base di giornate minime, ma se per un anno non si sono raggiunte molti non ne hanno potuto usufruire. Infine per lo stesso calcolo di numeri si è anche perduto un anno di “anzianità” valida per il calcolo pensionistico” chiosano.

Come spiega l’avvocato Christian Collovà (nel video qui sopra) occorrerà ancora aspettare. “Un decreto correttivo si troverebbe in corso di bollinatura presso la ragioneria dello Stato, un decreto che permetterebbe di risolvere i problemi del comparto. Ma solo quando si conoscerà il testo si potrà capire se le correzioni saranno in grado di far ripartire il settore”.

Il ministro Alessandro Giuli intanto ha annunciato di estendere anche ai festival la decisione rivedere i criteri di assegnazione delle risorse pubbliche a favore della promozione cinematografica e audiovisiva: nel 2024 sono stati finanziati dal Ministero 146 festival e 46 rassegne cinematografiche, la metà rispetto alle istanze presentate.

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