La Difesa Israeliana sotto Assedio: Un’Analisi Approfondita
Il sistema di difesa israeliano, supportato dai suoi alleati, riesce a contenere gran parte dei missili e dei droni provenienti dall’Iran, ma non è infallibile, poiché alcuni ordigni riescono comunque a colpire obiettivi sensibili. Recentemente, ci sono stati attacchi nella zona di Tel Aviv e in altre aree, come Rishon Letzion e Haifa, suscitando apprensione e allerta tra la popolazione, riporta Attuale.
Le notizie di intercettazioni effettuate dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) sono state diffuse nella prima notte dell’attacco, sostenendo di aver neutralizzato circa il 90-95% dei 200 missili lanciati dai nemici. Tuttavia, si è scelto di non intercettare circa 50 di questi ordigni poiché diretti verso aree disabitate, minimizzando i rischi per le persone, mentre si ha una vasta registrazione degli impatti nelle aree urbane. Nonostante ciò, mancano dettagli sulla situazione nelle altre zone del paese.
Le forze iraniane sembrano aver concentrato i loro attacchi su diverse strutture nel sud, cercando di ripetere un precedente successo nella violazione dello scudo difensivo israeliano. I Guardiani della Rivoluzione hanno mostrato una risposta reattiva dopo l’imponente offensiva dell’IDF, infatti, una seconda ondata di attacchi è stata lanciata durante la notte.
Il sistema di difesa israeliano è multifacetato e comprende diversi dispositivi, come il Iron Dome, progettato per fermare razzi a corto raggio, e David’s Sling, capace di affrontare missili da crociera e quelli a medio raggio. Questi sistemi richiedono un diretto impatto con l’arma in arrivo. Altri componenti più avanzati includono Arrow 3 e 4, specificamente sviluppati per intercettare missili a lungo raggio, e Iron Beam, un sistema laser destinato a neutralizzare sia razzi che droni kamikaze, frequentemente utilizzati dalle forze iraniane. Rapporti non ufficiali segnalano anche il supporto degli Stati Uniti e della Giordania, che avrebbero distrutto alcuni droni.
In risposta alla crescente minaccia, il Pentagono ha deciso di rafforzare la sua presenza nella regione inviando due ulteriori unità navali dotate di dispositivi antimissile, accrescendo un’importante flotta che si estende dall’Oceano Indiano al Mediterraneo orientale, oltre a monitorare il Mar Rosso. Esperti hanno anche indicato attività intensificate da parte di aerei di sorveglianza e veicoli aerei da rifornimento per garantire un supporto logistico costante durante il giorno e la notte.
Questa situazione mette in luce le crescenti tensioni in Medio Oriente e il costante rischio di escalation tra le forze israeliane e iraniane. Mentre il sistema di difesa israeliano riesce a contenere molti attacchi, la minaccia rimane palpabile e richiede una vigilanza costante da parte delle autorità.