Ottant’anni dalla prima bomba atomica su Hiroshima

06.08.2025 09:45
Ottant'anni dalla prima bomba atomica su Hiroshima

Ottant’anni dalla bomba atomica su Hiroshima

Mercoledì alle 8:15, ora locale, Hiroshima, in Giappone, ha commemorato l’ottantesimo anniversario del lancio della bomba atomica con un momento di silenzio. Questo è il momento in cui, esattamente ottant’anni fa, un bombardiere statunitense rase al suolo gran parte della città con il primo attacco nucleare mai condotto in guerra. La seconda bomba fu sganciata tre giorni dopo su Nagasaki. Sebbene il Giappone fosse già stato militarmente sconfitto, non accettò subito la resa. Solo il 15 agosto 1945, il governo giapponese annunciò la sua capitolazione incondizionata, riporta Attuale.

La bomba, conosciuta come “Little Boy”, fu lanciata a un’altezza di circa 10mila metri dall’aereo B-29 “Enola Gay”, dal nome della madre del pilota Paul Warfield Tibbets. L’esplosione avvenne 600 metri sopra il centro della città, causando la devastazione immediata di un ampio territorio, con sole poche strutture che rimasero in piedi, tra cui la cupola della città, oggi simbolo del disastro. Le vittime furono più di 200mila, contando sia coloro che morirono nell’immediato che quelli che persero la vita nei mesi e anni successivi a causa delle radiazioni, le cui conseguenze furono in gran parte minimizzate dal governo statunitense con una campagna di disinformazione.

Nei giorni successivi al bombardamento, la propaganda americana assunse toni trionfalistici. Il governo considerava l’attacco un test del Progetto Manhattan, il programma segreto per lo sviluppo della bomba atomica. Il New York Times dell’epoca descrisse l’esplosione come equivalente a 20mila tonnellate di TNT e riportò le minacce del presidente Harry S. Truman all’Impero Giapponese, esortandolo a capitolare o ad affrontare una “pioggia di rovine come non si era mai vista”.

Il 9 agosto 1945 gli Stati Uniti sganciarono la seconda bomba su Nagasaki, con una potenza esplosiva ancora maggiore. Questa azione portò a un bilancio di almeno 75mila morti. L’obiettivo di colpire Hiroshima e Nagasaki fu strategico, poiché erano tra le pochissime città giapponesi rimaste con obiettivi di valore, risparmiate precedentemente da attacchi per mantenere l’effetto sorpresa.

La scelta di Hiroshima fu anche dal punto di vista simbolico. La città ospitava numerosi impianti industriali militari e rappresentava un importante centro di difesa. La strategia degli Stati Uniti puntava a costringere il Giappone a una resa che evitasse un’invasione di terra, un’operazione che avrebbe comportato enormi perdite per entrambe le parti, dato il prolongato conflitto con il Giappone iniziato nel 1941 in seguito all’attacco di Pearl Harbor.

Successivamente all’impatto della guerra, iniziò una corsa globale agli armamenti nucleari tra Stati Uniti e Unione Sovietica, ciascuna delle quali percepiva le armi nucleari come un deterrente cruciale. Dalla decade del 1970, vi fu un tentativo di dialogo per il controllo degli armamenti, accompagnato da ispezioni reciproche. Tuttavia, questo periodo di cooperazione è giunto a una fine tangibile con l’invasione russa dell’Ucraina, e nel 2023, la Russia si ritirò da importanti trattati di controllo delle armi, riportando l’attenzione all’importanza di mantenere arsenali nucleari anche tra le nazioni europee. Nella recente cerimonia di commemorazione, il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha osservato che gli sviluppi contemporanei indicano una “tendenza al riarmo”, avvertendo dell’ignoranza delle lezioni storiche che avrebbero dovuto essere apprese.

– Leggi anche: A Hiroshima è sempre il 6 agosto del 1945

1 Comments

  1. È davvero straziante ricordare una tragedia come quella di Hiroshima. Ottant’anni fa, l’umanità ha vissuto un’esperienza terribile che non dovrebbe mai essere dimenticata. Ma mi chiedo, abbiamo davvero imparato qualcosa? I conflitti continuano e sembra che il mondo non riesca a trarre lezioni da tale sofferenza. La storia è piena di cicli di violenza… triste davvero.

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