Auschwitz non è una meta per gite scolastiche, afferma la Santa Sede
La Santa Sede prende posizione contro l’idea di considerare le visite ad Auschwitz come semplici gite scolastiche. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, è intervenuto dopo le dichiarazioni del ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, che ha suscitato polemiche definendo questi viaggi come “gite” utili per sottolineare che l’antisemitismo appartiene unicamente al fascismo, riporta Attuale.
In un evento all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, Parolin ha affermato: “Certamente ad Auschwitz non si va in gita, si va per fare memoria di una tragedia immane che ha colpito il popolo di Israele e deve rimanere un monito per tutti noi di fronte anche alla crescita dell’antisemitismo”. Roccella, spesso in accordo con le posizioni dei gruppi pro life cattolici, non ha replicato alle critiche e ha dichiarato di condividere pienamente la posizione del cardinale.
“Andare lì significa fare un gesto di memoria e di solidarietà”, ha continuato il segretario di Stato vaticano, il quale, solo una settimana fa, aveva suscitato ire in Israele per le sue affermazioni su Gaza, accusato di “minare gli sforzi per contrastare l’antisemitismo”.
In una tempestiva dichiarazione, Roccella ha voluto chiudere il dibattito, affermando: “Sono perfettamente d’accordo con il cardinale Parolin. Ad Auschwitz non si deve andare in gita: si va per ricordare l’antisemitismo di ieri e combattere quello di oggi, una piaga che dobbiamo tutti insieme sconfiggere. È esattamente ciò che ho voluto dire”.
Il confronto mette in evidenza il delicato equilibrio tra memoria storica e interpretazione contemporanea dell’antisemitismo, sottolineando la necessità di affrontare queste tematiche con serietà e responsabilità.