Pd in Toscana: il partito locale favorevole a Giani, ma la conferma tarda e l’altro candidato rifiuta

09.07.2025 18:45
Pd in Toscana: il partito locale favorevole a Giani, ma la conferma tarda e l'altro candidato rifiuta

Le candidature dovrebbero essere definitive entro la fine di luglio, ma al Nazareno Schlein non ha ancora reso nota la sua scelta. I dubbi e le opzioni alternative continuano a susseguirsi. «Sicuramente, se Schlein avesse voluto confermare Giani, sarebbe già intervenuta per ufficializzare la sua candidatura», affermano alcuni esponenti del partito nei corridoi di Montecitorio. Con l’avvicinarsi della scadenza per presentare i nomi per le prossime elezioni regionali, la Toscana rimane un punto di attenzione per il centrosinistra. Una data ufficiale per le votazioni non è stata ancora stabilita, ma con l’inizio della pausa estiva dei lavori parlamentari fissata per i primi di agosto e la ripresa nei primi di settembre, è necessario avere almeno un nome entro fine luglio, altrimenti la campagna elettorale si protrarrà sotto il sole estivo, ripetendo il déjà-vu delle politiche del 2022. Tuttavia, in Toscana, la serenità sembra essere un miraggio. Inizialmente, il caso della sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, ha costretto i 5 Stelle a fare un passo indietro, mettendo in discussione il sostegno a Giani, il quale era già un candidato inaspettato, considerando che i pentastellati si trovano all’opposizione. Anche dopo le dimissioni della Bugetti, le tensioni interne al Pd sono riaffiorate, con riformisti e filoschleiniani a confronto.

I dubbi di Elly

Alla base delle incertezze della segretaria del Pd c’è un timore specifico: l’incapacità di Eugenio Giani nel creare una sintesi tra tutte le forze necessarie a dare vita a un campo largo. Secondo i sostenitori di Schlein, il problema è radicato nelle premesse del “Giani 1”, fondato su basi molto diverse. «Si trattava di un’alleanza politica differente: il Pd era praticamente indipendente e autosufficiente, avendo così ottenuto la maggioranza in Consiglio regionale, supportato anche da Italia Viva», sostengono alcuni membri del partito. Ora, con un riavvicinamento tra Conte e Schlein a livello nazionale, la segreteria del Pd intende evitare di scontentare il suo principale alleato.

L’apertura dei 5 Stelle?

In effetti, all’inizio, il movimento 5 Stelle manifestava un’inclinazione a considerare un’alleanza. La presidente del Gruppo M5S in Consiglio Regionale della Toscana e coordinatrice regionale del partito, Irene Galetti, pur con cautela, ha riconosciuto che i dieci anni di opposizione, nonostante le sfide iniziali, si sono rivelati «costruttivi». In particolare, nell’ultimo periodo, sono emersi punti di concordia su questioni cruciali: dalla legge sul fine vita a quella del turismo, fino a tematiche sui consorzi industriali pubblici. Inoltre, esiste una preoccupazione condivisa riguardo all’ascesa delle destre, che si stanno imponendo con forza. È logico che, con il Pd in difficoltà, i 5 Stelle possano trarne vantaggio, continuando a mantenere la loro posizione di opposizione.

Un candidato vicino alla segretaria

Per molti, il vero dilemma risiede altrove: i candidati che il Pd intende proporre per le prossime regionali – da Matteo Ricci nelle Marche a Antonio Decaro in Puglia – sono tutti associati all’area riformista, piuttosto distante dalla visione politica di Schlein. Si ipotizza, quindi, che la segretaria possa voler proporre un nome più in linea con la sua ideologia, un “suo” candidato.

«Si apre un problema»

Secondo esponenti del Pd contattati nei corridoi di Montecitorio, nel caso in cui il partito confermasse Eugenio Giani come candidato, l’alleanza si verificherebbe «immediatamente». «Con un nome diverso, si potrebbe tentare di costruire una coalizione», spiegano, «ma qui abbiamo un presidente al primo mandato: se Giani è pronto a ricandidarsi, come si fa a dirgli di no? Si apre un problema». La situazione si fa urgente: Giani è un politico abile, benevolo verso il Pd, e propenso a una ricandidatura. Cambiare ora comporterebbe il rischio di una frattura, avvertono, e quindi «il Pd deve restare unito su Giani».

L’appello dei sindaci

Negli ultimi giorni, un appello firmato da 103 sindaci ha sostenuto il governatore uscente, un segnale che, secondo molti esponenti del Pd, dovrebbe incentivare il partito a chiudere velocemente la questione. «Con il passare del tempo, diventa sempre più evidente che il consenso attorno a lui sta crescendo», fanno notare, e tra i firmatari figurano anche amministratori dem vicini alla segretaria.

Sostegno della Cgil

A pesare ulteriormente sulle dinamiche è anche l’endorsement della Cgil. Il sindacato, guidato da Maurizio Landini, ha apertamente deciso di sostenere Giani. Un segnale non trascurabile, considerando che negli ultimi mesi la segretaria del Pd si è avvicinata a battaglie promosse dalla Cgil, come nel caso del referendum dell’8 e 9 giugno, attirando le critiche dei riformisti, i quali l’hanno accusata di “inseguire il sindacato”.

Occhi puntati su Fossi

Negli ambienti del partito, si mormora che gli occhi di Schlein siano puntati su Emiliano Fossi, deputato del Partito Democratico e segretario regionale del Pd in Toscana. «Si tratta solo di speculazioni giornalistiche», ha dichiarato lui parlando con Open. «Dobbiamo cercare di chiudere definitivamente la questione». Tuttavia, quando gli viene chiesto se sarebbe disposto a candidarsi qualora fosse richiesto da Schlein, risponde: «Tutte queste sono solo speculazioni. Stiamo parlando di ipotesi irrealistiche».

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