Perché il premier israeliano Netanyahu ha parlato al Congresso degli Stati Uniti

25.07.2024
Perché il premier israeliano Netanyahu ha parlato al Congresso degli Stati Uniti
Perché il premier israeliano Netanyahu ha parlato al Congresso degli Stati Uniti

Il leader dello Stato ebraico ha in programma di incontrare il 25 luglio sia Biden sia la vice presidente Harris e il giorno successivo il candidato repubblicano Donald Trump

Fuori gli slogan di protesta e centinaia di poliziotti. Dentro l’eco delle parole di Benjamin Netanyahu. È in questo contesto che si tiene il discorso al Congresso americano del primo ministro israeliano davanti a centinaia di deputati e senatori per la quarta volta nella storia: nessun altro leader straniero ha tenuto così tanti discorsi al Congresso, nemmeno Winston Churchill. È un importante segno di riconoscimento, che arriva però in un periodo molto caotico nella politica statunitense e di grandi tensioni tra il governo israeliano e l’amministrazione americana di Joe Biden. Tra Biden e Netanyahu durante gli oltre nove mesi di guerra restano divergenze, soprattutto sulla mancanza di un piano postbellico di Israele. Per questo il premier israeliano al Congresso degli Stati Uniti d’America cerca di raccogliere il sostegno in un momento di tensione tra il suo Paese e il suo principale sostenitore militare per la guerra a Gaza.

“L’America e Israele devono essere uniti”, ha esordito Netanyahu davanti a Camera e Senato Usa in sessione congiunta, per ribadire che la vittoria contro Hamas è possibile solo se si agisce insieme. “Perché quando America e Israele stanno insieme, succede una cosa semplice, noi vinciamo e loro perdono. E noi vinceremo”, rassicura Netanyahu ai parlamentari americani affermando che non ci sarà “pace fin quando tutti gli ostaggi (nelle mani di Hamas, ndr.) non saranno a casa”. Finora, come confermato dal leader dello Stato ebraico, sono tornati in famiglia circa 135 ostaggi. In ballo, ha detto il premier israeliano tra lunghi applausi ma anche qualche fischio dall’ala dem, c’è una guerra tra civiltà e barbarie. Non sono mancate parole di ringraziamento per il “pieno sostegno” del presidente americano Biden, che più volte ha criticato il crescente tributo di vittime civili causato da oltre nove mesi di guerra nella Striscia di Gaza.

Ma non è mancata la stoccata a chi, fuori dal Campidoglio e in piazza a Tel Aviv, protesta contro il governo israeliano per la gestione della guerra a Gaza. I manifestanti contro Israele sono con Hamas, dovrebbero vergognarsi: sono gli “utili idioti dell’Iran”, ha detto incassando una pioggia di applausi dal Congresso americano.

L’aula vuota in segno di protesta

Ad accoglierlo al Campidoglio è stato lo speaker della Camera, Mike Johnson. In aula presente anche Elon Musk, il Ceo di Tesla e Space X. Assente, invece, Kamala Harris. Il suo staff ha fatto sapere che Harris ha un impegno preso da tempo, ma che la sua assenza non mette in discussione l’importanza del sostegno statunitense alla sicurezza di Israele. A declinare l’invito in segno di protesta contro il discorso del premier israeliano sono stati l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e altri 100 parlamentari dem: i posti lasciati libera in aula dai dem sono stati circa un centinaio, più dei 58 di quando Netanyahu parlò nel 2015. A dimostrazione di quanto il sostegno al leader di israele, che vanta tra i suoi alleati proprio gli Stati Uniti, non sia più così trasversale da quando è iniziata la guerra nella Striscia di Gaza in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, che finora ha causato quasi 40mila morti tra i palestinesi. 

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