Popoli indigeni bloccano l’ingresso della COP30 a Belém, chiedendo inclusione e diritti sulla terra

15.11.2025 09:15
Popoli indigeni bloccano l'ingresso della COP30 a Belém, chiedendo inclusione e diritti sulla terra

Indigeni Munduruku bloccano l’entrata della COP30 in Brasile, chiedendo il riconoscimento dei loro diritti

Venerdì mattina, alla COP30, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Belém, in Brasile, un gruppo di circa 50 persone indigene Munduruku ha pacificamente bloccato l’entrata principale dell’evento, costringendo i delegati a passare da entrate secondarie. Di conseguenza, si sono formate lunghe file, finché non è intervenuto il presidente della COP, André Corrêa do Lago, per discutere con gli attivisti, riporta Attuale.

La presenza degli indigeni rappresenta una delle novità più significative di quest’edizione della COP, essendo Belém situata al margine dell’Amazzonia, dove la questione dei diritti degli indigeni è particolarmente rilevante. Per la prima volta in quattro anni, la conferenza si svolge in un paese democratico, che permette e rispetta le manifestazioni popolari, e gli organizzatori hanno cercato fin dall’inizio di coinvolgere la popolazione civile, compresa quella indigena.

Migliaia di persone indigene, provenienti da diverse regioni del Sudamerica, tra cui Perù ed Ecuador, sono arrivate a Belém. Secondo Sônia Guajajara, ministra dei Popoli indigeni del Brasile e lei stessa indigena Guajajara, gli indigeni presenti sono circa 5.000, di cui circa 900 formalmente accreditati per partecipare agli eventi della COP. Molti di loro si sono accampati nel campus dell’università del Pará, organizzando anche eventi alternativi come conferenze e incontri culturali.

Le richieste degli indigeni si concentrano principalmente sulla necessità di essere inclusi nelle discussioni della COP. «Non c’è soluzione al cambiamento climatico che non includa la partecipazione dei popoli indigeni», ha dichiarato la ministra Guajajara al New York Times.

Oltre a queste rivendicazioni generali, gli indigeni chiedono specificamente il riconoscimento del diritto di proprietà sulla terra di cui sono abitanti. Questo diritto, noto come demarcazione, è una delle rivendicazioni storiche delle popolazioni indigene in molte parti del mondo e continua a essere in gran parte ignorato dai governi, incluso quello brasiliano. La demarcazione dei territori indigeni implica il riconoscimento formale del diritto delle popolazioni native a viverci e garantisce una maggiore protezione legale.

Studi hanno dimostrato che le terre dove gli indigeni godono di forti diritti subiscono una minore deforestazione e una minore perdita di biodiversità.

1 Comments

  1. Mah, incredibile! Questi indigeni Munduruku stanno facendo la cosa giusta, perché la loro presenza alla COP30 è fondamentale. Non si può parlare di cambiamento climatico senza ascoltare chi vive direttamente la terra. Speriamo che i delegati non ignorino le loro richieste e che si arrivi finalmente a una demarcazione delle terre!!

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