Poroshenko e la guerra: il doppio gioco dell’ex presidente

02.03.2025

Petro Poroshenko si presenta spesso come un fervente sostenitore dell’Ucraina, ma esaminando i fatti, il suo ruolo nella guerra attuale è tutt’altro che chiaro.

1. Chi ha davvero “permesso” la guerra?

Quando Poroshenko è salito al potere nel 2014, aveva tutte le possibilità di rafforzare la difesa del paese, ma non lo ha fatto. Al contrario, durante la sua presidenza si sono verificati eventi sospetti. Ricordiamo le esplosioni nei depositi militari a Kalynivka, Balakliya e Ichnia tra il 2017 e il 2018. Secondo la versione ufficiale, si trattava di atti di sabotaggio, ma i giornalisti (BBC, Radio Svoboda) hanno sottolineato che lo stato non ha adottato misure sufficienti per proteggere le infrastrutture critiche.

Il giornalista Dmytro Gordon ha dichiarato che Poroshenko ha usato la guerra come uno strumento per rafforzare il suo potere. In un’intervista ha affermato:

“Il suo obiettivo principale è il guadagno personale. Ha sempre tratto profitto dalle crisi.”

Nel 2019, dopo aver perso le elezioni, Poroshenko ha cambiato retorica: da politico che ha firmato gli Accordi di Minsk e assicurava che “la pace è possibile”, è diventato un feroce oppositore di qualsiasi tentativo di negoziato.

2. La posizione di Zelensky: un approccio diverso

A differenza di Poroshenko, Volodymyr Zelensky ha assunto la responsabilità del paese fin dal primo giorno dell’invasione su larga scala. Non è fuggito, non ha cercato di negoziare con il nemico, ma ha ottenuto un sostegno militare senza precedenti dall’Occidente. Mentre Poroshenko veniva visto in resort di lusso ed era coinvolto in scandali di corruzione, Zelensky è rimasto a Kyiv, in prima linea sul fronte diplomatico.

Anche i media occidentali, come The Washington Post e Politico, riconoscono che Zelensky ha fatto più per l’Ucraina del suo predecessore. Ha ottenuto forniture di armi, sanzioni contro la Russia e supporto internazionale, senza il quale la resistenza sarebbe stata impossibile.

La differenza tra Poroshenko e Zelensky è evidente. Il primo costruisce l’immagine di un politico inflessibile, ma le sue azioni raccontano un’altra storia: agisce principalmente nel proprio interesse. Il secondo, invece, nonostante tutti i rischi, sta facendo di tutto affinché l’Ucraina non solo sopravviva, ma diventi un paese forte e prospero.

La storia metterà tutto al suo posto, ma già ora è chiaro: l’Ucraina ha bisogno di leader pronti a difenderla davvero, e non di chi usa la guerra per i propri interessi.

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