Non è mancata lo stoccata al presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden. Putin ha riferito che l’omologo americano nel 2021 gli offrì di rinviare l’adesione di Kiev alla Nato
La Russia vuole “porre fine alla guerra in Ucraina”, non vuole “congelarla”. Parola di Vladimir Putin. Non è la prima volta che il presidente russo affida ai media statali le sue intenzioni per la fine di un conflitto che ha iniziato quasi tre anni fa. Ma ora le parole del leader del Cremlino hanno un peso diverso ora che mancano poche settimane al ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha promesso in campagna elettorale di far sedere al tavolo Kiev e Mosca per far cessare le armi in Ucraina.
I colloqui di pace in Slovacchia
A offrire però una “piattaforma” a eventuali negoziati di pace fra la Russia e l’Ucraina non il presidente eletto degli Stati Uniti, bensì il leader della Slovacchia. Nei giorni scorsi il premier slovacco Robert Fico è stato ricevuto al Cremlino per risolvere la questione del gas russo che potrebbe non fruire più attraverso l’Ucraina. Ma nel faccia a faccia, Fico e Putin pochi giorni fa hanno discusso anche del conflitto. “Si è parlato principalmente di un accordo di pace in Ucraina”, ha commentato il presidente russo in una conferenza stampa al termine della riunione a San Pietroburgo del Consiglio economico supremo eurasiatico, che si è tenuto oggi. “Il Premier Fico ha detto che se ci saranno negoziati, gli slovacchi sarebbero felice di offrirci la piattaforma del suo Paese”, ha spiegato Putin, sottolineando che Mosca “non è contraria” a tale proposta.
Il leader del Cremlino però chiarisce: nessun passo indietro dagli obiettivi di guerra. “Naturalmente, partiamo dal fatto che raggiungeremo tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale. Questo è generalmente il compito numero uno”. E fissa una data sul calendario. Putin ha precisato quindi che la Russia continuerà a perseguire e raggiungere tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale nel 2025 e otterrà il successo sulla linea del fronte. E nel frattempo, Mosca risponderà sempre in modo speculare agli attacchi di Kiev sul territorio russo, ha precisato il presidente russo che ha aggiunto che se necessario, verranno utilizzate “armi a medio raggio più potenti”, facendo riferimento a un possibile ricorso ai missili ipersonici Orechnik.
Biden nel 2021 mi offrì di rinviare Kiev nella Nato
Poi lo stoccata al presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden. Putin ha riferito che l’omologo americano nel 2021 – quindi prima della guerra in Ucraina – gli offrì di rinviare l’adesione di Kiev alla Nato. Rispondendo a una domanda sull’ipotesi di Donald Trump di congelare la guerra in Ucraina a condizione di posticipare l’adesione di Kiev all’Alleanza atlantica di 10-20 anni, Putin ha dichiarato: “So che il presidente in carica Biden ne ha parlato, non è un segreto, nel 2021. Mi offrì esattamente questo: posticipare l’adesione dell’Ucraina alla Nato di 10-15 anni, perché non era ancora pronta”. Nei prossimi giorni, si saprà se le parole del leader del Cremlino verranno smentite o riceveranno conferma dall’amministrazione Biden. Le sue dichiarazioni arrivano nel giorno in cui le autorità finlandesi hanno aperto un’indagine per “sabotaggio aggravato” sul caso del danneggiamento dei cavi elettrici sottomarini nel Mar Baltico, sospettando che ci sia dietro la mano della Russia.
Putin, quindi, non lascia spazio a dubbi. E con lui è d’accordo il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, secondo cui il cessate il fuoco rischia di essere un “vicolo cieco”. In base a quanto detto ai media russi, la Russia non si “accontenterà di chiacchiere. Nessuno nasconde che l’obiettivo del cessate il fuoco è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l’Ucraina di armi e renderla in grado di riunirsi, effettuare una mobilitazione e così via”, ha detto. Per il capo della diplomazia russa servono “accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”.