Messa per il processo di Bibbiano: polemiche e reazioni
Una celebrazione religiosa per “il processo di Bibbiano in fase di conclusione di primo grado” ha sollevato un acceso dibattito nel reggiano. Queste due semplici righe, pubblicate nel bollettino parrocchiale, sono state sufficienti per riaccendere ferite ancora aperte dal caso “Angeli e Demoni”. La situazione coinvolge famiglie di minori e operatori sociali accusati nella vicenda, creando un clima di tensione e divisione.
“Non ricordo di aver assistito a una simile iniziativa per un processo giudiziario”, afferma Marco Eboli, figura di spicco della destra reggiana e rappresentante di FdI. “Per chi dovrebbero pregare i fedeli? I soggetti imputati o i giudici? Ed è opportuno che la Chiesa prenda posizione quando il processo è ancora in corso?”.
Eboli ha quindi scelto di contattare il vescovo di Reggio, Giacomo Morandi, esprimendo la sua preoccupazione. Ha inoltre fatto riferimento a situazioni precedenti suscitate da don Poletti, che hanno sollevato critiche tra i fedeli, come l’incontro di novembre 2024 dedicato al libro dell’avvocato Luca Bauccio, legato al principale attore della vicenda, lo psicoterapeuta Claudio Foti, poi assolto dalla Cassazione.
La Curia di Reggio ha emesso un comunicato emblematico ieri, che ha toni conciliatori ma serve anche come avvertimento per future questioni delicate: “Questa celebrazione dovrebbe rappresentare un’opportunità per invocare, in ogni vicenda giudiziaria, equilibrio nelle valutazioni e una pacificazione sociale”.
Contattato dal nostro quotidiano, don Davide Poletti ha evitato di esprimere un parere, limitandosi a dire: “Vi auguro buon lavoro, ma non intendo commentare”. Nel frattempo, il nonno della bambina simbolo dell’inchiesta ha manifestato la sua indignazione per l’iniziativa ecclesiastica, chiedendosi: “È giusto celebrare una messa per un processo che sta giungendo a una conclusione? Si vuole che il collegio dei giudici riceva illuminazione divina? Questa è una strumentalizzazione del processo, come già accaduto anni fa. La parrocchia avrebbe potuto esprimere un altro tipo di supporto, evitando di farsi strumentalizzare”. Ha aggiunto inoltre che le vittime come la sua nipote, che ha appena visitato uno psicologo, meriterebbero un pensiero in questa occasione: “Dovremmo forse chiedere a Dio giustizia per bambini che stanno ancora soffrendo?”. Riporta Attuale.