Russia potrebbe innescare una nuova crisi nei Balcani

28.08.2025 13:00
Russia potrebbe innescare una nuova crisi nei Balcani
Russia potrebbe innescare una nuova crisi nei Balcani

Il 27 agosto 2025 il vice ministro degli Esteri della Macedonia del Nord, Zoran Dimitrovski, ha avvertito che Mosca potrebbe sfruttare i conflitti irrisolti nei Balcani per provocare nuove tensioni e destabilizzare la regione attraverso forze per procura, nonostante la presenza della NATO. Secondo il diplomatico, la Russia non ha alcun interesse nell’ingresso dei Paesi balcanici nell’Unione Europea e potrebbe alimentare nuove tensioni etniche in un’area che resta una “polveriera”. La situazione in Kosovo e le spinte separatiste nella Repubblica Serba di Bosnia sono indicate come i principali punti critici, come ha spiegato Dimitrovski in un’intervista a Ukrinform.

La strategia russa di destabilizzazione

Per Dimitrovski, la Russia vede nella destabilizzazione dei Balcani uno strumento strategico a lungo termine per distogliere l’attenzione dell’Occidente e indebolirne l’unità. Creando tensioni permanenti, Mosca costringe UE e NATO a investire risorse diplomatiche, finanziarie e politiche nella gestione di crisi che essa stessa contribuisce ad alimentare, riducendo la capacità occidentale di rispondere ad azioni aggressive in altre aree, in primis in Ucraina.

Strumenti di influenza di Mosca

Mosca utilizza una gamma di strumenti per esercitare la propria influenza: partiti e politici filorussi e anti-occidentali, la Chiesa ortodossa serba, i media come RT e Sputnik Srbija, e organizzazioni come il Centro umanitario russo-serbo di Niš, considerato un nodo per attività di intelligence. Anche attraverso società energetiche come Gazprom e joint venture come Srbijagas, il Cremlino esercita pressione geopolitica, finanziando attori politici locali e alimentando la corruzione.

Figure chiave e conflitti irrisolti

Un altro strumento nelle mani di Mosca è Milorad Dodik, leader politico della Repubblica Serba di Bosnia, le cui iniziative separatiste coincidono con gli interessi del Cremlino, volto a mantenere la Bosnia ed Erzegovina in uno stato di instabilità. Inoltre, la disputa irrisolta tra Serbia e Kosovo resta un canale attraverso il quale la Russia rafforza la propria immagine di protettore degli interessi serbi, accrescendo la propria influenza politica e culturale nella regione.

Guerra ibrida e disinformazione

La Russia conduce una guerra ibrida attraverso campagne di disinformazione diffuse in lingue locali da Sputnik Srbija e canali su Telegram, con l’obiettivo di minare la fiducia pubblica e indebolire le istituzioni. I servizi segreti russi sono attivi nei Balcani, come dimostra il tentato colpo di stato in Montenegro nel 2016, quando agenti russi e complici serbi pianificarono l’assassinio del premier Milo Đukanović per impedire l’ingresso del Paese nella NATO.

Macedonia del Nord e la posizione verso Mosca

Dimitrovski ha ricordato che, storicamente, la Russia è stata percepita come un avversario dalla Macedonia del Nord. Skopje non ha mai avuto relazioni strette con Mosca e sostiene pienamente le sanzioni dell’UE contro il Cremlino. Nonostante la fragile pace, il rischio che Mosca sfrutti le tensioni etniche e politiche rimane concreto, mettendo a repentaglio la stabilità dei Balcani e l’intero progetto di integrazione euroatlantica della regione.

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