Il premier spagnolo, in seguito a uno scandalo di corruzione che ha coinvolto uno dei membri di spicco del suo partito, ha dichiarato di essere «pronto a superare le nuove avversità». Tuttavia, il Psoe si trova ora invischiato in un nuovo problema: il vicepresidente, accusato di «comportamenti inappropriati», ha deciso di dimettersi. Inoltre, il partito ha introdotto una nuova misura che vieta la prostituzione ai suoi membri, come parte di un tentativo di affrontare le accuse di maschilismo, riporta Attuale.
Un’estate oscura per Pedro Sánchez è quella che si profila all’orizzonte. Mentre il suo Partito Socialista si accingeva a rinascere dalle ceneri dell’ultimo scandalo, che ha causato gravi conseguenze alla dirigenza, un nuovo, pesante colpo ha scosso le fondamenta del partito. La recente rinuncia di Paco Salazar, nominato vice segretario, prima ancora di assumere l’incarico, è stata causata da accuse di «comportamento inappropriato» rivolte da esponenti femminili del partito nei suoi confronti.
Le denuncie raccolte dal quotidiano El Diario mettono in luce commenti osceni sul loro abbigliamento e molestie sessuali, incluse proposte indecenti fatte alle donne, che sono state descritte come «abuso di potere». Il Psoe ha reagito avviando un’inchiesta interna e ha deciso di lasciare vacante la posizione di vice, affidando al momento solo due vice segretarie, anziché tre come inizialmente previsto.
Nella medesima giornata, Pedro Sánchez ha aperto una riunione del comitato federale del Psoe, promettendo di combattere la corruzione all’interno del partito e rivendicando l’eredità progressista del suo governo. Ha affermato che non è intenzionato a dimettersi, in risposta alle richieste pressanti da parte del Partito Popolare di centro-destra e da parte dell’estrema destra di Vox, così come da alcuni alleati di governo che, seppur sottovoce, esprimono le loro preoccupazioni. «Affronto questa tempesta con determinazione e senza timore, continueremo ad andare avanti e a combattere la corruzione», ha sottolineato Sánchez.
Il premier ha anche preso atto del tradimento subito, dichiarando: «Ho commesso un errore nel riporre la mia fiducia in persone non degne di essa». Riconoscere e affrontare questi fallimenti sia politici che personali sembra essere una sua priorità.
La situazione rimane preoccupante, con altri scandali in arrivo, tra cui indagini giudiziarie che coinvolgono membri della sua famiglia. Sánchez continua a difendere l’integrità del suo governo, che si propone come il «massimo garante dello stato sociale», e si presenta come il principale difensore dell’ordine internazionale basato sulle regole. Ha anche ribadito in modo forte la necessità di tolleranza zero verso ogni comportamento sessista, posizionandosi sulla scena mondiale contro gli attacchi di Israele a Gaza, definiti «genocidio» da lui stesso.
Oltre a queste sfide, le accuse feroci di tangenti e corruzione generate dal partito, unite a quelle di maschilismo e molestie, rendono la posizione di Sánchez sempre più precaria. Nonostante le pressioni interne, come quelle espresse dal presidente della Giunta Regionale di Castiglia-La Mancia, Emiliano García-Page, che ha messo in discussione la sostenibilità dell’attuale governo e suggerito un possibile voto di fiducia o addirittura elezioni anticipate, la strada per il premier sembra costellata di ostacoli sempre più insormontabili.