Mobilitazione organizzata dall’Associazione nazionale magistrati contro la riforma della giustizia e “a difesa della Costituzione”
Costituzione alla mano, coccarde tricolori sulle toghe e niente udienze. Oggi, 27 febbraio, è il giorno dello sciopero dei magistrati. La protesta era stata indetta a dicembre per esprimere contrarietà alla riforma sulla separazione delle carriere. Il provvedimento, dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera, è ora all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Si segna, di fatto, un altro capitolo dello scontro già aperto tra magistratura e governo.
Lo sciopero dei magistrati oggi
La mobilitazione è stata indetta dall’Associazione nazionale magistrati (Anm) “a difesa della Costituzione”. Il neosegretario generale dell’Anm Rocco Maruotti spiega che non vuole essere solo una giornata di astensione dal lavoro, ma di “incontro con la cittadinanza”. Sono decine le iniziative e gli eventi in programma. A Roma le toghe hanno organizzato un flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione, poi un’assemblea pubblica aperta alla società civile, con i vertici dell’Anm, magistrati e cittadini. Anche a Milano è in programma un flash mob davanti al Palazzo di Giustizia, seguito da un’assemblea in aula magna, mentre a Genova è prevista la partecipazione, tra gli altri, di Antonio Albanese, che leggerà un testo di Piero Calamandrei. A Napoli, invece, l’assemblea è alla biblioteca Tartaglione del Palazzo di Giustizia.
“Noi con questo sciopero esprimiamo il nostro pensiero critico su questa riforma che attenta all’equilibrio dei poteri con effetti devastanti sullo Stato di diritto”, ha detto il presidente della sezione milanese dell’Anm, Manuela Andretta.

Questi eventi, nell’intenzione dell’Associazione nazionale dei magistrati, serviranno a sensibilizzare i cittadini sui “rischi” della riforma per l’indipendenza della magistratura e per l’equilibrio dei poteri. In mattinata intanto a Palazzo Chigi ci sarà un vertice di governo proprio sulla giustizia. La premier vedrà i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, il guardasigilli Carlo Nordio, il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Nazario Pagano, e quelli delle commissioni giustizia di Camera e Senato, Ciro Maschio e Giulia Bongiorno.
La mobilitazione arriva a meno di una settimana dall’incontro con la premier Giorgia Meloni, in programma il 5 marzo e al momento ancora confermato. In queste ora è arrivata la richiesta di essere presenti all’incontro anche da parte dell’avvocatura. Secondo il presidente dell’Ordine degli avvocati più grande d’Italia, quello di Roma, Paolo Nesta: “Sarebbe utile che all’incontro fossero presenti anche i rappresentanti dell’avvocatura, perché se è vero che giurisdizione è amministrazione della giustizia, è altrettanto vero che nel nostro sistema costituzionale non esiste giurisdizione senza la presenza di un difensore”.