Scomparsa di Angela Celentano: la madre rivela dettagli sul rapimento sul Monte Faito

06.07.2025 02:35
Scomparsa di Angela Celentano: la madre rivela dettagli sul rapimento sul Monte Faito

Vico Equense (Napoli), 6 luglio 2025 – La scomparsa di Angela Celentano, sua figlia, e i tanti testimoni che hanno partecipato a questi quasi 30 anni di ricerche. Esistono persone che potrebbero averla vista o che hanno informazioni più attendibili?

“In verità, no. Sono state fatte tante dichiarazioni, smentite e correzioni… Le incoerenze di Luca e Renato? Erano solo bambini all’epoca…”. Maria Staiano risponde al telefono dalla sua casa a Vico Equense (Napoli). Per questa famiglia, ci sono stati momenti prima e dopo il 10 agosto 1996, giorno in cui la loro piccola di tre anni è scomparsa sul Monte Faito – “rapita per un’adozione illegale”, non ha dubbi – e insieme al marito Catello non ha mai smesso di cercarla. La sua voce, ascoltandola, non tradisce minimamente segni di rabbia o risentimento, neanche nei confronti dei ragazzi che, durante quel sabato di festa e preghiera per la Comunità evangelica, avevano fornito versioni discordanti e poi si erano tirati indietro, sostenendo di aver inventato tutto.

Signora Celentano, crede che qualcuno conosca la verità ma non l’abbia mai rivelata?

Pausa. “Non ne sono certa. Quel giorno c’erano molte persone a Faito. È possibile che qualcuno abbia visto qualcosa. Pensiamo che Angela sia stata portata via attraverso un sentiero secondario, non dalla strada principale. Nel corso degli anni, abbiamo ripetuto i nostri appelli, dicendo che chi avesse visto qualcosa potesse contattarci, anche in forma anonima. Ma nessuno si è fatto avanti”.

Il prossimo anno saranno trent’anni dalla scomparsa eppure dimostrate la stessa determinazione del primo giorno. Suo marito Catello ha affermato di avere fede.

“In realtà è difficile spiegarlo. È una questione che ci accompagna nel profondo. Questa certezza è una sicurezza che ci sostiene fin dal primo giorno. Resistere a un dolore simile non è forza umana. Non è possibile. Deve esserci un aiuto, ogni giorno. Per me questo aiuto è Dio”.

Angela per voi è viva.

“Sì, è viva. Non abbiamo mai smesso di pensare che la ritroveremo o che, dopo tutto questo tempo, sia lei a trovare noi”.

Avete sempre scartato l’ipotesi di un incidente quel 10 agosto sul Faito.

“Incidente? No. Siamo convinti che sia stata rapita, probabilmente per essere adottata. Parliamo di adozioni illegali, un pensiero che ci accompagna da sempre”.

Mai sospetti su qualcuno vicino a voi?

“No, mai. Non abbiamo mai considerato un’ipotesi del genere”.

Come immaginate Angela ora?

“La immagino bene, chissà dove si trova nel mondo”.

Insieme al vostro avvocato, Luigi Ferrandino, avete affrontato vari passaggi, inclusi test del Dna anche in Sud America.

“Ci crediamo sempre, specialmente quando arrivano foto che potrebbero somigliarle, grazie alle proiezioni fatte con la age progression. Dopo i risultati negativi, siamo delusi, ma poi ci rialziamo e continuiamo”.

Ultimamente la pista porta in Turchia. L’avvocato Ferrandino ha chiesto analisi sul Dna di una misteriosa ragazza ritratta in foto. Cosa vi aspettate ora?

“Queste indagini continuano da anni senza portare risultati tangibili. Abbiamo chiesto che venga rintracciata questa ragazza e che venga effettuato il test per eliminare ogni dubbio”.

Oggi com’è la cameretta di Angela?

“È un po’ diversa, ma c’è sempre l’armadio con i regali. Glieli facciamo ogni anno per il suo compleanno. Non è solo la camera, è l’insieme della casa, della famiglia… Manca sempre qualcosa. Non importa quanti anni passano, quel pezzo mancante resta”.

Le foto di Angela ci restituiscono l’immagine di una bambina molto vivace.

“Esattamente. Lei parlava con tutti, era molto cordiale. Aveva solo 3 anni ma un linguaggio straordinario”.

Avete trasformato il dolore in impegno con l’associazione Angela Celentano onlus.

“Abbiamo fornito supporto a molte famiglie in difficoltà, in particolare a quelle con bambini”.

Lo scorso anno in Italia ci sono state quasi 25mila denunce di persone scomparse, molti casi storici rimangono irrisolti. Oggi la tecnologia ha fatto grandi progressi.

“Tuttavia, talvolta si verificano gli stessi errori. Forse è necessario istituire gruppi di ricerca dedicati, persone che sappiano interagire empaticamente con le famiglie, ovviamente seguendo tutte le procedure necessarie”.

Quando parla con gli altri, ha l’impressione che la considerino illusa o che comprendano la sua ricerca di verità?

“Non saprei. Quello che so è il mio sentimento, la mia certezza. Posso essere capiata o meno, non ha importanza. Ho imparato che non possiamo piacere a tutti. Dobbiamo andare avanti”.

Resta in contatto con altre madri di persone scomparse, come Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone?

“Sì, all’inizio siamo state in contatto. Poi ci siamo perse di vista. Ma ci unisce comunque questo dolore. Penso che ci comprendiamo anche senza parlare”.

L’ultimo ricordo vivace di quel giorno?

“La sua frenesia di voler andare a giocare, divertirsi, saltare, ballare. La voglia di arrivare a Faito per stare con gli altri bambini. Lei era così. Spero che lo sia ancora, con il suo spirito gioioso e allegro”.

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