I ministri degli Esteri hanno spostato la riunione informale prevista a Budapest nella capitale europea. Fatali i “viaggi della pace” del primo ministro ungherese a Mosca senza il consenso dell’Ue
Lo strappo è compiuto. I ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno deciso di sottrarre un importante vertice all’Ungheria di Viktor Orbán, il Paese che sta guidando il cosiddetto semestre europeo. La proposta avanzata dall’alto diplomatico dell’Unione europea, Josep Borrell, ha ottenuto il 22 luglio il consenso da parte dei ministri degli Esteri dei 27 Stati membri. La decisione è il frutto di una rabbia diffusa tra i governi dell’Ue rispetto al “tour della pace” intrapreso da Orbán, in particolare in merito alla sua apertura alla Russia di Vladimir Putin sul tema della guerra in Ucraina.
Borrell ha dichiarato che l’incontro previsto a fine agosto a Budapest, cioè la riunione informale dei ministri degli Esteri, si terrà ora a Bruxelles. Questo perché il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha visitato Mosca e Pechino senza il sostegno dell’Ue e il suo governo ha bollato la politica dell’UE come “a favore della guerra”. “Dobbiamo inviare un segnale, anche se simbolico”, ha dichiarato Borrell ai giornalisti a Bruxelles dopo l’ultima riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue prima della pausa estiva. La riunione informale dedicata agli Esteri viene considerata uno degli eventi più prestigiosi ospitati da un Paese mentre guida presidenza di turno dell’Ue.
La vicinanza eccessiva di Budapest a Mosca
La “missione di pace” di Orbán, che ha incluso una visita al candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump, è iniziata pochi giorni il primo luglio, la data in cui l’Ungheria ha assunto la presidenza di turno dell’Ue. Secondo i funzionari, durante la riunione molti ministri degli Esteri hanno espresso una forte condanna della posizione di Budapest direttamente al loro omologo ungherese, Peter Szijjarto. La vicinanza di Budapest a Mosca viene considerata eccessiva da molti Stati membri.
Questo tipo di atteggiamento starebbe minando gli sforzi di Bruxelles per isolare politicamente e diplomaticamente la Russia in seguito alla sua invasione dell’Ucraina nel 2022. Orbán ribatte affermando di stare cercando di portare la pace in Ucraina il prima possibile. “Se volete parlare del partito della guerra, parlate di Putin”, ha detto Borrell, il diplomatico più critico nei confronti di Budapest. Il ministro degli Esteri ungherese Szijjarto ha invece definito “infantile” la decisione di Borrell. “Non voglio offendere nessuno, ma probabilmente si tratta di un dibattito a livello di asilo”, ha dichiarato ai giornalisti.
L’Italia si è opposta
La decisione non è stata unanime. Alcuni ministri si sono opposti, tra cui l’Italia rappresentata dal vicepremier Antonio Tajani. Insieme al vertice informale degli Esteri, previsto per il 28-29 agosto, è stato spostato anche quello dedicato alla Difesa. Entrambi gli incontri si terranno a Bruxelles, dato che la maggioranza dei Paesi voleva inviare un segnale all’Ungheria, ha sostenuto Borrell.
Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski aveva invece proposto di tenere la riunione dei ministri degli Esteri in Ucraina, ma l’Ungheria ha votato contro la proposta. La decisione di “boicottaggio” della presidenza ungherese non è la prima. Già alcuni Paesi, tra cui Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Danimarca, nonché la stessa Commissione europea, hanno già ridotto la loro partecipazione alle riunioni ministeriali coordinate da Budapest.