Sit-in a Trieste per richiedere giustizia per Liliana Resinovich, l’amico chiede intervento di Mattarella

11.12.2025 16:25
Sit-in a Trieste per richiedere giustizia per Liliana Resinovich, l'amico chiede intervento di Mattarella

Roma, 11 dicembre 2025 – Giustizia e verità per Liliana Resinovich. Una trentina di amici e parenti della donna, scomparsa il 15 dicembre 2021 e ritrovata cadavere nel parco di San Giovanni il 5 gennaio successivo, hanno organizzato un sit-in davanti al tribunale di Trieste. Con cartelli che mostravano l’immagine di Liliana, hanno chiesto di non dimenticare e di mantenere viva la speranza di chiarire un caso ancora avvolto nel mistero, riporta Attuale.

Sit-in davanti al tribunale

Tra i partecipanti al sit-in c’era Sergio Resinovich, fratello della vittima, che ha espresso la sua indignazione nei confronti di un uomo che ha dichiarato di aver ceduto sacchi neri a Liliana prima della sua scomparsa, sacchi simili a quelli trovati con il corpo. Sergio ha messo in discussione la veridicità di questa testimonianza. Anche Claudio Sterpin, amico di Liliana, ha partecipato al sit-in, esponendo un cartello che riportava il messaggio della mobilitazione: “in modo pacifico e civile per ricordare Liliana Resinovich e riaffermare la necessità di restituire dignità e verità a una cittadina italiana, vittima, secondo prove chiare, di un omicidio.” Su altri cartelli si poteva leggere “Vogliamo un processo, la verità è già nelle carte”.

Il fratello di Liliana: “Penso che sia stato il marito”

Sergio Resinovich ha affermato: “Io penso che sia stato il marito. La Procura ha i documenti, negli atti c’è scritto tutto. Il marito, il mio ex cognato, è stato indagato per un omicidio con l’aggravante della parentela. Lasciamo che lavorino,” aggiungendo di auspicare che “la Procura possa dare un’accelerata, perché sono quattro anni che io non vivo, questa non è vita. Mia sorella è morta, è stata uccisa ed è provato.” Durante la manifestazione, Sergio stringeva in mano un’immagine della sorella, circondato da amici e familiari.

L’amico: “Scriverò a Mattarella”

Claudio Sterpin, amico di lunga data di Liliana, ha annunciato di voler contattare il presidente Mattarella per ottenere chiarezza sulla situazione. “C’è stata una volontà di gruppo, secondo me – ha affermato – non c’è uno, ma più colpevoli. Sono convinto che il marito Sebastiano sappia tutto. Di sicuro Liliana non si è suicidata; per questo scriverò anche al presidente della Repubblica e al ministro di Grazia e Giustizia. Sono stufo ma non mi fermo, la battaglia va avanti, posso dire che sono morto anch’io quattro anni fa, rispetto al mio interesse nei confronti della vita.”

L’albergatrice: “Lilly merita giustizia”

Tra i partecipanti al sit-in c’era anche Jasmina Zivkovic, albergatrice, che ha esposto un cartello recante la scritta “Lilly merita giustizia, onore a Lilly”. Zivkovic ha raccontato di conflitti tra la Resinovich e il marito Sebastiano, confermando le sue precedenti dichiarazioni ai giornalisti. “Poche settimane prima della sua scomparsa – ha affermato – hanno litigato tutta la notte. Quello che ho detto è già depositato. Siamo qui per chiedere un’accelerazione dei tempi, perché crediamo che la Procura abbia tutto il necessario per procedere e vogliamo restituire dignità a Liliana. Sicuramente verrà fuori chi ha ucciso Lilly e perché.”

1 Comments

  1. Incredibile che dopo così tanto tempo non ci sia ancora chiarezza!!! Questi sit-in sono fondamentali, ma la giustizia deve muoversi più velocemente. Non si può continuare a vivere in un incubo del genere! È ora che la verità venga alla luce e che chi ha fatto questo paghi.

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