Il presidente russo ha rivendicato la clausola del trattato bilaterale sulla reciproca assistenza militare firmato con Pyongyang
Ormai sono pochi, se non nulli, i dubbi sulla presenza dei militari nordcoreani in Russia. Le prime unità dell’esercito di Kim Jong Un, che si sono addestrate nella Russia orientale, sono arrivate nella zona di guerra nell’oblast di Kursk. La loro presenza, confermata dall’intelligence ucraina, dal Pentagono e dalla Nato, segna un diretto coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Il loro impiego nel conflitto potrebbe avere ripercussioni ben oltre le linee del fronte della guerra che infuria in Europa.
Potrebbero essere centinaia, forse migliaia, di truppe nordcoreane sono state dispiegate nei territori russi al confine con l’Ucraina. Probabilmente sono 12mila i soldati schierati in Russia, secondo il GUR ucraino, tra cui 500 ufficiali, in particolare tre generali di Pyongyang. I soldati della Corea del Nord vengono riforniti di munizioni, biancheria da letto, indumenti e calzature invernali e prodotti per l’igiene, sostiene l’intelligence di Kiev. In particolare, secondo le norme stabilite, Mosca fornirà a ciascun nordcoreano carta igienica e 300 grammi di sapone ogni mese.
Ma tutti questi prodotti potrebbero non bastare e anzi potrebbero arrivare in quantitativo inferiore rispetto a quello riservato ai colleghi russi, creando così malcontento tra i soldati nordcoreani.
Una fonte dell’intelligence ucraina aveva dichiarato all’emittente americana CNN che un piccolo numero di nordcoreani stava collaborando con l’esercito russo, soprattutto per fornire supporto ingegneristico e scambiare informazioni sull’uso delle munizioni nordcoreane. Questi resoconti vengono corroborati dai video che circolano sui social media. Uno di questi filmati mostra i soldati nordcoreani ricevere uniformi ed equipaggiamento in un campo di addestramento nell’Estremo Oriente russo.
Finora, sia la Corea del Nord che la Russia non hanno confermato la presenza dei soldati nordcoreani nelle regioni al confine con l’Ucraina. Alla conferenza stampa conclusiva del vertice Brics a Kazan, il presidente Vladimir Putin non ha smentito né confermato lo schieramento di truppe di Kim in Russia.
L’accordo di mutua difesa approvato dalla Duma russa
Putin ha ricordato l’accordo di cooperazione tra Mosca e Pyongyang. “Che cosa ne facciamo è affar nostro”, ha aggiunto il leader del Cremlino, citando una clausola inclusa nel trattato russo-norcoreano sulla reciproca assistenza militare. “Il nostro trattato di partenariato strategico è stato ratificato oggi”, ha ricordato Putin. L’accordo approvato oggi dalla Duma di Stato sancisce una “alleanza” tra la Russia e la Corea del Nord, che si impegnano a prestarsi reciproca assistenza militare se uno dei due Paesi dovesse subire un’aggressione.
Quello citato dal presidente russo è l’articolo 4. “I negoziati sull’attuazione dell’articolo 4 di questo trattato devono ancora essere condotti. Siamo in contatto con i nostri amici nordcoreani. Vediamo come si sviluppa questo processo”, ha affermato Putin commentando i resoconti sulle immagini satellitari che mostrano soldati nordcoreani in territorio russo. “Le immagini sono una cosa seria. Se ci sono immagini, allora riflettono qualcosa”, ha affermato il titolare del Cremlino.
Alla base c’è uno scambio vantaggioso per entrambe le parti. Putin offre a Kim tecnologia, in particolare sottomarina e satellitare, necessaria a portare avanti il programma nucleare della Corea del Nord, nonché forniture sanitarie e alimentare per aiutare la popolazione del “regno eremita” colpito dalle sanzioni occidentali; in cambio, ottiene armi e missili. La Russia ha compiuto un passo senza precedenti, utilizzando missili balistici di fabbricazione nordcoreana (vietati dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite) per colpire obiettivi in Ucraina, secondo funzionari statunitensi e gli osservatori dell’Onu.
Un difficile test per la Cina
La decisione della Corea del Nord di inviare migliaia di truppe in Russia sarà un test, come mai prima d’ora, per i rapporti tra Pyongyang e Pechino. Proprio la Cina non ha mai condannato esplicitamente l’invasione russa dell’Ucraina, ha intensificato i rapporti commerciali e diplomatici con la Russia, ha cercato di presentarsi come mediatore di pace nel conflitto, anche per contrapporsi agli Stati Uniti.
Ma ora le cose possono cambiare. La Repubblica popolare, nonché alleato e primo partner commerciale della Corea del Nord, potrebbe non sapere come fare per controllare l’impegno nordcoreano a sostegno del Cremlino, dice Victor Cha, docente alla Georgetown University, esperto di Corea del Center for Strategic and International Studies di Washington, citato dal New York Times. “In questo la Cina è tra la paralisi e l’incompetenza – osserva – Sostengono indirettamente gli sforzi della Russia nella guerra, ma non possono essere felici del ruolo della Corea del Nord”. E “per loro non c’è nulla di buono in tutto questo”.
Anche perché c’è già chi si chiede se Pechino non sapesse dei piani di Pyongyang. E il pensiero torna al febbraio 2022, all’incontro tra Xi e Putin poco prima dell’avvio di quella che il Cremlino ha annunciato come “operazione militare speciale” in Ucraina.
E dicono gli analisti, come scrive il New York Times, a Pechino potrebbe esserci anche un altro timore. Riguarda gli scambi di tecnologia militare tra Russia e Corea del Nord – legate ancor più dall’accordo di mutua difesa dello scorso giugno – in cambio del dispiegamento di truppe. Uno sviluppo che potrebbe rafforzare la Corea del Nord, con una spinta verso azioni più aggressive nei confronti di Corea del Sud e Giappone, e allo stesso tempo ridurre le capacità di influenza di Pechino su Pyongyang, nonostante la dipendenza da aiuti e commercio.
Intanto, per la prima volta, la Corea del Sud sta pensando di inviare armi all’Ucraina. Ha chiesto il “ritiro immediato delle truppe nordcoreane”. Considerate, come ha detto il ministro sudcoreano della Difesa, Kim Yong-hyun, “semplici mercenari, carne da cannone”.