Il cambiamento è arrivato dopo un’inchiesta del Guardian, che ha evidenziato la presenza di innumerevoli abusi da parte della guardia nazionale tunisina, finanziata dall’Unione europea
La Commissione europea starebbe valutando le modalità di erogazione dei finanziamenti alla Tunisia nell’ambito del memorandum siglato nel 2023 tra Bruxelles e Tunisi per la gestione delle frontiere e dei migranti. Il cambio di passo è arrivato dopo un’inchiesta del Guardian, che ha evidenziato la presenza di innumerevoli abusi da parte della guardia nazionale tunisina, finanziata dall’Unione europea, tra cui diffuse violenze sessuali contro i migranti.
Le condizioni per elargire i finanziamenti
A Bruxelles si sta quindi studiando un piano per elaborare condizioni “concrete” per attuare a pieno il memorandum d’intesa, secondo quanto riporta il quotidiano britannico. I pagamenti europei a Tunisi, del valore di decine di milioni di euro nei prossimi tre anni, possono essere elargiti solo se non saranno violati i diritti umani. Non solo. Nei prossimi tre mesi a Bruxelles saranno formati una serie di sottocomitati per garantire che i diritti umani siano al centro dei suoi rapporti con la Tunisia fino al 2027, ovvero il termine previsto dell’intesa.
Proprio l’Italia, guidata da Giorgia Meloni, insieme all’allora premier olandese, Mark Rutte, e alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva esplicitamente chiesto un patto tra le due coste del Mediterraneo, con l’obiettivo di frenare le partenze dei migranti dal Paese nordafricano, improvvisamente esplose con l’inizio dell’anno.
Nel partenariato, costituito da cinque capitoli-chiave in buona parte legati alla stabilità del paese e al sostegno del suo sviluppo economico, un capitolo è dedicato proprio alla gestione delle migrazioni, con l’obiettivo di combattere la rete dei trafficanti. Si tratta di un accordo che accordo che prevede finanziamenti pari a 150 milioni di euro di sostegno al bilancio più 105 milioni per la gestione delle frontiere. L’intesa tra Tunisi e Bruxelles comprende disposizioni relative alla lotta contro la migrazione irregolare, nonché il sostegno finanziario dell’Ue per la fornitura di attrezzature, la formazione e il supporto tecnico alla gestione delle frontiere tunisine, per la lotta contro le operazioni di contrabbando e per il rafforzamento del controllo delle frontiere.
La Tunisia è un paese sempre più “autoritario”
I funzionari europei, che hanno sempre respinto le accuse di intrattenere un rapporto controverso con Tunisi per ridurre l’arrivo dei migranti nel vecchio continente, sembra stiano facendo marcia indietro perché consapevoli che lo stato nordafricano sarà sempre più “autoritario” nei prossimi anni. La Tunisia è diventata ancora più repressiva da quando Kais Saied si è assicurato un secondo mandato lo scorso ottobre, provocando una stretta nei confronti degli attivisti che si battono per i diritti dei migranti, nonché di alcuni media e giornali.
A sostenere questa lettura sono proprio i detrattori di questa intesa, che considerano il cambio di passo dell’Unione Europea come una ammissione del fatto che il controverso accordo Tunisia-Ue del 2023 ha privilegiato la riduzione dei flussi migratori a scapito della tutela dei diritti umani.