Sondaggio: quasi il 50% degli italiani disposto a arruolarsi in caso di necessità. Aumenta la fiducia in Crosetto.

20.06.2025 02:15
Sondaggio: quasi il 50% degli italiani disposto a arruolarsi in caso di necessità. Aumenta la fiducia in Crosetto.

La percezione della sicurezza in Italia in un contesto globale incerto

Roma, 19 giugno 2025 – Negli ultimi tre anni, parole come Difesa, armamenti ed esercito si sono imposte nel linguaggio quotidiano e nel dibattito pubblico, penetrando nelle case degli italiani attraverso vari media come televisione, social network e stampa, come mai era accaduto prima. Questo fenomeno è il risultato delle guerre alle porte dell’Europa, in particolare in Ucraina e nel Medio Oriente, dove la pace sembra un obiettivo irraggiungibile, specialmente ora che Israele e Iran sono coinvolti in un intenso scambio di attacchi. Riporta Attuale.

In questo contesto di incertezza mondiale, cosa pensano gli italiani riguardo la propria sicurezza? Per rispondere a questa domanda, il ministero della Difesa ha commissioning un sondaggio tramite l’Istituto Piepoli, collaborando con Ucom Difesa, un ente interno al Ministero responsabile del coordinamento delle operazioni militari e della sicurezza nazionale. I risultati indicano che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha saputo guadagnarsi la fiducia degli italiani, con un livello di approvazione che raggiunge il 43%, in aumento di 4 punti percentuali rispetto ai mesi precedenti. Il 51% degli intervistati esprime un giudizio positivo sul suo operato, un dato che riflette il suo sostegno all’Ucraina e il suo impegno per le trattative di pace fin dall’inizio del conflitto.

Il sondaggio è stato condotto attraverso 500 interviste a un campione rappresentativo della popolazione, maschile e femminile, a partire dai 18 anni, distribuito per fasce d’età e aree geografiche. Dall’indagine emerge un forte senso di identità nazionale: il 75% degli intervistati afferma di sentirsi molto legato all’Italia, un sentimento che aumenta significativamente con l’età (67% tra i 18-34 anni; 70% tra i 35-54 anni; 85% tra i 55 anni e oltre). La disponibilità a sacrificarsi per il proprio Paese si manifesta, ma è più evidente in situazioni di disastri naturali (72%) e pandemie (65%) piuttosto che in guerra (30%). I sacrifici cui gli italiani sono disposti ad assoggettarsi riguardano prevalentemente cambiamenti nelle abitudini (67%), mentre solo il 29% è pronto a rinunciare a una parte del proprio reddito. Tuttavia, il 48% è disposto ad abdicare temporaneamente alle libertà personali per motivi di sicurezza nazionale. Inoltre, emerge un sentimento di fiducia verso le Forze armate, considerate da molti come un’istituzione indispensabile. Sorprendentemente, il 44% degli italiani sarebbe disposto a arruolarsi in caso di estrema necessità, un’indicazione di come la percezione d’insicurezza si sia intensificata, un concetto impensabile in passato.

Un tema importante che scaturisce dal conflitto ucraino è l’incremento del 2% del PIL, che la NATO ha richiesto per allinearsi ad altri Stati membri. L’opinione pubblica mostra una certa propensione a sostenere un aumento dei finanziamenti per la difesa del territorio europeo, sebbene non sia una posizione maggioritaria: il 45% è favorevole, con un interesse particolarmente marcato tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni (56%). Tra i giovani, il 96% nativi digitali mostra un forte interesse verso il investimento nella cybersicurezza, in risposta agli attacchi hacker che hanno recentemente colpito istituzioni, centri sanitari e comunicazioni in tutta Europa. Così, il sentimento di fiducia nei confronti delle Forze armate rimane solido, sebbene la connessione tra la “difesa dell’Italia” e la “difesa di se stessi e della propria famiglia” non sia immediata, dato che solo il 49% degli intervistati considera la difesa militare un elemento essenziale per la propria sicurezza e quella dei propri cari.

Alla domanda su quanto consideri utile la difesa militare per proteggere la propria vita e quella della propria famiglia, il 49% ha risposto in modo positivo. Questo nonostante l’80% degli italiani affermi di essere disposto a sacrificare la propria vita per la propria famiglia, con solo il 29% che esprime lo stesso grado di impegno per il proprio paese. Questa distinzione tra impegno personale e legame nazionale riflette le complesse dinamiche della percezione della sicurezza e dell’identità nazionale in un contesto globale turbolento.

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