Attacco a militari della Guardia Nazionale a Washington: un uomo afghano arrestato
Mercoledì, un uomo afghano di 29 anni ha aperto il fuoco contro due militari della Guardia Nazionale a Washington, ferendoli gravemente. Questo evento ha portato all’arresto del sospettato e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito l’episodio «un atto di terrorismo», interrompendo anche tutte le pratiche di immigrazione per le persone provenienti dall’Afghanistan, riporta Attuale.
La Guardia Nazionale, principale corpo di riservisti dell’esercito americano, era stata schierata a Washington lo scorso agosto da Trump, una scelta controversa criticata da molti. I detrattori sostengono che questa manovra sia un tentativo di militarizzare le città americane, in particolare quelle governate dai Democratici, e di ampliare i poteri presidenziali. Attualmente, a Washington, i soldati non sono impegnati in attività di sicurezza attiva; la loro presenza si limita a pattugliamenti minori e attività di pubblica utilità.
Circa 2.200 soldati della Guardia Nazionale sono stati dispiegati nella capitale, con Trump che aveva giustificato l’intervento citando un’aumento della criminalità nella zona. Tuttavia, i dati recenti mostrano una significativa diminuzione dei reati a Washington. Sebbene alcuni militari siano armati, la maggior parte è equipaggiata in base al tipo di missione che devono svolgere, che spesso è limitata a operazioni di pattugliamento e supporto.
Nonostante l’implementazione di vari progetti di servizio pubblico, la presenza militare nelle strade di Washington suscita preoccupazioni tra i residenti. Iniziative come la rimozione di graffiti e la pulizia dei parchi hanno portato parte della popolazione ad accettare la presenza delle forze armate, ma molti rimangono ansiosi riguardo alla militarizzazione delle aree urbane. Inoltre, recenti rapporti, tra cui quello del Guardian, rivelano che l’amministrazione Trump ha ordinato la creazione di «corpi di reazione rapida» per preparare i militari a operazioni anti-sommossa, potenzialmente allarmante e indicativo di una crescente volontà di utilizzare l’esercito contro futuri disordini.