Un veicolo dell’Onu è rimasto colpito in una sparatoria vicino il valico di Rafah a sud di Gaza. Nel 220esimo giorno di guerra truppe di terra e tank israeliani continuano le operazioni contro i battaglioni di Hamas
Una persona è stata uccisa e un’altra gravemente ferita durante una sparatoria contro un veicolo dell’Onu vicino il valico di Rafah.
Le forze armate israeliane stanno accertando le circostanze del fatto e non è chiaro se a sparare siano stati i soldati israeliani. Il segretario generale Antonio Guterres, ha spiegato il portavoce del Palazzo di Vetro Farhan Haq, “condanna questo attacco, come tutti gli attacchi contro il personale delle Nazioni Unite”.
A Rafah continuano forti combattimenti tra le forze di sicurezza di Israele e i miliziani di Hamas. Intanto, nel giorno del lutto in ricordo dei caduti – che precede la Festa dell’Indipendenza in Israele – le cerimonie hanno registrato contestazioni a Benyamin Netanyahu e ai ministri del suo governo, a cominciare dal falco di destra Itamar Ben Gvir.
Al 220esimo giorno di guerra, l’Idf continua a operare nella parte est di Rafah con truppe di terra e tank contro i battaglioni di Hamas. Ma anche a Jabalya e Zeitun, nel nord, dove la fazione islamica si sta riorganizzando e i combattimenti sono “ravvicinati”. Mentre il presidente turco Erdogan, nell’ennesima sfida a Israele, ha rivelato che “più di 1.000 membri di Hamas” sono ricoverati in ospedali in Turchia per essere curati.
Ad ora gli sfollati da Rafah – secondo cifre dell’agenzie umanitarie – sarebbero circa 360mila. Hamas ha parlato di un sistema sanitario “a poche ore dal collasso” per mancanza di carburante ed ha annunciato di aver perso contatti con i carcerieri che avevano in custodia 4 ostaggi israeliani. Infine l’Ocha dell’Onu – citata dai media israeliani – sembra aver rivisto al ribasso i dati dei minori e delle donne uccisi nei raid di Israele: ora si parla di 7.797 minori contro i 14.500 dichiarati da Hamas e di 4.959 donne invece delle 9.500 indicate dalla fazione.
Il governo degli Stati Uniti ha respinto l’ipotesi di un “genocidio” nella Striscia di Gaza, ma ha invitato Israele a “fare di più” per garantire la protezione dei civili nell’enclave palestinese.
Fonte: Today