Discordie tra repubblicani e democratici hanno «congelato» la legge di bilancio. Il 40% dei dipendenti federeali sarà sospeso dal lavoro a tempo indedeterminato: si rischiano ritardi nei trasporti. E Trump potrebbe prendere l’occasione per mettere in atto i tagli minacciati dall’inizio del suo mandato
Gli Stati Uniti sono entrati ufficialmente in «shutdown» a mezzanotte di oggi, 1 ottobre (ora di Washington; in Italia erano le 6 del mattino): significa che a causa dell’impasse nella approvazione della legge di bilancio tutte le voci di spesa dell’amministrazione federale non necessarie alla sopravvivenza sono «congelate». riporta Attuale.
Il 40 per cento dei dipendenti pubblici federali – circa 800 mila persone – sarà sospeso dal lavoro senza paga a tempo indeterminato.
È la prima volta che accade dal 2018-2019, e per ora non c’è una soluzione, perché non c’è accordo al Congresso americano tra i repubblicani di Donald Trump e l’opposizione democratica.
Con un voto di 53 a 47, i repubblicani hanno bocciato la proposta dell’opposizione che prevedeva l’estensione dei sussidi dell’Obamacare, destinati a scadere alla fine dell’anno, e l’annullamento di altri tagli all’assistenza sanitaria apportati dal One Big Beautiful Bill di Donald Trump.
Cosa succede ora
Lo «shutdown» mette in congedo decine di migliaia di lavoratori, con conseguenze immediate sulla vita quotidiana.
A partire dai trasporti. Il trasporto aereo è considerato un servizio essenziale, dunque non sarà sospeso. Ma i lavoratori del settore che dipendono dal governo federale non verranno pagati, pur dovendo lavorare lo stesso.
L’ultima volta che è accaduto, nel 2018-2019, molti di loro, senza paga, si sono dati malati, provocando ritardi e disagi a catena.
In generale i dipendenti dell’amministrazione federale (cioè non per esempio i dipendenti statali di ogni Stato) non riceveranno stipendio durante la chiusura. Nei precedenti shutdown, molti hanno trovato secondi lavori e molti altri sono stati retribuiti, poi, retroattivamente.
Per Donald Trump, che dal primo giorno di mandato invoca tagli, è un modo di ridurre l’organico simile a quello che usano molte aziende: condizioni impossibili, prendere o lasciare.
Diverse agenzie, come i Centers for Disease Control and Prevention e i National Institutes of Health, probabilmente metteranno in congedo molti lavoratori, con ripercussioni sulle ricerche e sugli esperimenti in corso.
Parchi e foreste nazionali sono stati chiusi ai visitatori durante le precedenti chiusure: ai ranger e agli altri dipendenti è stato chiesto di rimanere a casa.
Durante l’ultimo shutdown, l’amministrazione Trump ha deciso di lasciare aperti i parchi, con pochi o nessun dipendente federale a gestirli. Secondo i sostenitori dei parchi, la decisione ha portato ad atti di vandalismo, poiché i visitatori hanno attraversato in auto paesaggi protetti, saccheggiato siti storici e abbandonato rifiuti in modo incontrollato. Un gruppo di oltre 40 ex sovrintendenti dei parchi ha poi fatto appello alla Casa Bianca affinché li chiudesse completamente in un prossimo shutdown.
A rischio, soprattutto, l’assistenza sanitaria e sociale: proprio su questo punto – sul proseguire le erogazioni che Trump vuole tagliare – non c’è accordo a Washington, e questo punto è particolarmente toccato dalla «chiusura».
Medicare e Medicaid, i programmi di assistenza sociale per anziani e poveri, continuano, ma la carenza di personale potrebbe causare interruzioni in alcuni servizi. I soccorsi di emergenza in caso di calamità naturali non subiranno grandi ripercussioni, mentre altri lavori svolti dalle agenzie per le emergenze saranno interessati: ad esempio il National Flood Insurance Program, contro le alluvioni, sarà chiuso, ritardando l’erogazione di alcuni mutui su immobili che richiedono polizze del programma gestito dal governo.
Anche i programmi di assistenza alimentare subiranno ripercussioni. Il primo a esaurire i fondi sarà il programma di assistenza alimentare per donne e bambini, che potrebbe trovarsi a sospendere gli aiuti.
Notizia in aggiornamento…