La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il decreto legge sulla cittadinanza con 137 voti a favore, 83 contrari e 2 astenuti. Con il provvedimento, che si compone di 4 articoli, si introduce una preclusione all’acquisto automatico della cittadinanza per i nati all’estero con altra cittadinanza, salvo specifiche eccezioni. La Legge, varata su su input del vicepremier, ministro degli Esteri e leader di FI Antonio Tajani, prevede una stretta sulla doppia cittadinanza, ovvero che gli italo-discendenti nati all’estero possano avere il passaporto italiano per “ius sanguinis” solo fino a due generazioni, cioè non oltre un genitore o un nonno nato in Italia. Già approvato dal Senato, e non modificato dalla Camera, il decreto è adesso diventato legge.
Continua l’impegno affinché si recepiscano le specificità CNI
“La Legge è stata approvata. Noi in questo periodo abbiamo sensibilizzato il Governo italiano affinché questa Legge non coinvolga anche gli italiani di Croazia e Slovenia, cioè la Comunità Nazionale Italiana, e abbiamo parlato con il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani il 6 maggio a Zagabria.
Abbiamo ricevuto l’assicurazione e l’impegno a provvedere in questa direzione – ha dichiarato Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana –. Quindi alla luce del testo approvato stiamo valutando quali sono i risvolti per la nostra Comunità Nazionale che merita di mantenere le prerogative della lex specialis come era stata introdotta nella modifica della Legge del 2006 in quanto siamo l’unica minoranza che l’Italia ha all’estero, l’unica che garantisce che l’italiano è lingua ufficiale al di fuori dell’Italia grazie a noi, quindi in Slovenia e Croazia, l’unica che mantiene un forte legame affettivo con la Nazione Madre – che è uno dei criteri molto importanti delle nuove disposizioni di legge – con scuole italiane pubbliche croate e slovene, con una ricca produzione culturale, artistica, letteraria, di attività, che conserviamo la lingua, la cultura e l’identità italiane sul nostro territorio di insediamento storico, che siamo riusciti a fare iscrivere il dialetto istroveneto quale patrimonio culturale immateriale di Slovenia e Croazia, l’istrioto quale patrimonio culturale immateriale della Croazia e a breve avverrà anche l’iscrizione del dialetto fiumano”.
“Per tutti questi motivi – ha proseguito Maurizio Tremul – anche alla luce dell’annuncio di ulteriori provvedimenti in termini di cittadinanza, con decreti legge che saranno all’esame anche del Parlamento, la nostra azione proseguirà affinché si individui con la necessaria sensibilità e certezza che questa disposizione, ossia la trasmissione automatica della cittadinanza italiana anche dopo la seconda generazione, si mantenga per gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana che vivono sul nostro territorio di residenza autoctona in Istria, a Fiume, in Dalmazia, ma anche in Slavonia e a Zagabria perché altrimenti con questa disposizione si rischierebbe di depauperare la presenza italiana per mantenere la cittadinanza italiana e quindi questo non credo possa essere nell’interesse di nessuno”.
Il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, ha concluso sottolineando che “il nostro impegno continua affinché si recepiscano le nostre specificità che sono tra l’altro una ricchezza per la Croazia, la Slovenia e l’Europa e rappresentano un grande patrimonio etico, morale, istituzionale, politico e culturale della nostra Nazione Madre verso cui noi abbiamo dimostrato in questi decenni di provare un grande amore”.