La Toscana rivede la sua politica sanitaria dopo il freno del 2018
Firenze, 9 novembre 2025 – La Toscana, grazie all’intervento del presidente Eugenio Giani, sta rivedendo le sue politiche sanitarie, frutto di una decisione presa nel 2018 che limitava l’accesso ai servizi per i pazienti provenienti da altre regioni. Tale scelta era motivata dall’intenzione di garantire priorità ai cittadini toscani, ma si è rivelata controproducente, causando difficoltà alle cliniche private convenzionate e aggravando le liste d’attesa del servizio pubblico, riporta Attuale.
Nel 2018, il governo toscano, guidato allora da Enrico Rossi, adottò la delibera 1220, che mirava a razionalizzare l’assistenza sanitaria e ridurre la mobilità passiva. Questa iniziativa portò a un budget ridotto per il settore privato, causando difficoltà alle cliniche e al settore indiretto, nonostante l’obiettivo fosse quello di migliorare il servizio per gli utenti locali.
Giani ha affermato che la Toscana si è trovata isolata nella sua decisione, poiché mancavano i decreti attuativi e le cliniche private hanno subito forti contraccolpi. “L’effetto sulle liste d’attesa non fu quello sperato, non c’è stato alcun miglioramento,” ha riconosciuto Giani, evidenziando anche il fenomeno della “fuga sanitaria” dei medici verso altre regioni come l’Emilia-Romagna per poter esercitare la loro professione.
Questo fenomeno ha portato a un significativo esborso economico per la Toscana, costretta a rimborsare le spese sostenute da pazienti toscani trattati in altre regioni dove vi era una maggiore disponibilità di servizi e tempistiche più snelle. “Ci siamo resi conto che dovevamo cambiare registro,” ha spiegato Giani, sottolineando l’approvazione di una nuova delibera, la 1339, nel 2022, che ha segnato un’inversione di rotta, aumentando del 15% il budget destinato ai pazienti extraregionali.
Oggi, “la Toscana sta riaprendo in modo programmato”, ha affermato Giani. Attualmente, il bilancio tra mobilità attiva e passiva si è stabilizzato, con il saldo attivo che si è ridotto a circa 50 milioni di euro, un netto miglioramento rispetto ai 100 milioni dell’attivo precedente.
Poche settimane fa, il governo regionale ha approvato un’ulteriore delibera per il contenimento delle liste d’attesa, destinando altri 15 milioni di euro per garantire accesso ai pazienti extraregionali. “Non chiudiamo le porte, ma le teniamo in equilibrio con i bisogni dei toscani,” ha commentato Giani, evidenziando l’importanza di accordi bilaterali con altre regioni, come quello già attuato con la Liguria e in fase di realizzazione con l’Umbria.
In sintesi, dopo la stretta del 2018, la Toscana si dirige verso una mobilità sanitaria “governata”, perseguendo il principio di priorità per i cittadini toscani, ma in un contesto più sostenibile e attrattivo per prestazioni di alta complessità, affermando che “è una questione di programmazione e non di chiusura.”