Il presidente ucraino, a caccia di maggior sostegno militare da parte dei donatori europei, vede anche Starmer, Macron e Scholz. Si teme un crollo degli aiuti se venisse eletto Trump
Un tour lampo in Europa. È quello organizzato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per convincere gli alleati dell’Ucraina a sostenere con maggiori finanziamenti il Paese in guerra con la Russia. Tra i capi di governo che incontrerà figura anche la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. Insieme a lei in agenda ci sono i leader di Gran Bretagna, Francia e Germania oltre alla nuova guida della Nato, Mark Rutte.
Saltato invece l’incontro previsto a Berlino con il presidente degli Usa Joe Biden, rimasto in patria per monitorare le conseguenze dell’uragano Milton. L’obiettivo di Zelensky è quello di intensificare gli sforzi per ottenere supporto economico e militare più imponente, anche tenuto conto delle delicate elezioni presidenziali statunitensi, dove una vittoria di Donald Trump potrebbe mutare l’atteggiamento di Washington rispetto al conflitto, facendo chiudere i rubinetti delle risorse destinate a Kiev. I suoi ambigui rapporti col presidente russo Vladimir Putin restano un grande interrogativo che preoccupa Kiev.
Le tappe del viaggio di Zelensky in Europa
La prima tappa è quella londinese. Appena arrivato nella capitale britannica, Zelensky è stato accolto a Downing Street dal primo ministro britannico Keir Starmer. Qui dovrebbe incontrare anche il nuovo capo della Nato, l’olandese Mark Rutte. Le mete successive dell’intensa giornata di incontri sono Parigi, a Roma infine a Berlino. In Italia, oltre a Giorgia Meloni è previsto un incontro anche con Papa Francesco. È saltato invece un importante incontro dei partner militari di Kiev previsto sabato 12 ottobre in Germania, a causa dell’assenza Joe Biden, che ha cancellato il viaggio a causa dell’uragano Milton piombato sulla Florida. Il tour lampo era stato annunciato il 9 ottobre, mentre il leader Ucraino si trovava a Dubrovnik, in Croazia, in una conferenza stampa con il primo ministro croato Andrej Plenkovic. Gli incontri già in agenda erano quelli col presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Sono stati quindi aggiunti last minute i meeting con Meloni, il pontefice e Starmer.
Le proposte di Zelensky nei Balcani
Zelensky è preoccupato di veder disgregati gli aiuti europei verso Kiev. All’inizio del vertice “Ucraina-Europa sudorientale” tenutosi il 9 ottobre in Croazia, ha affermato che l’Unione europea deve “unire l’intero continente, tutte le nazioni democratiche d’Europa, compresi i vostri Paesi”. “Se l’Europa non è unita oggi, non sarà pacifica, quindi i processi di integrazione avviati devono giungere al loro risultato”, ha affermato. L’idea di fondo è quella di collegare l’adesione dell’Ucraina e quella degli Stati balcanici (in attesa da 20 anni) all’Unione europea, al sostegno alla causa ucraina. Ai colloqui hanno partecipato capi di Stato, primi ministri e ministri degli Esteri di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Romania, Serbia, Slovenia e Turchia. Tra questi la maggior parte non è membro dell’Ue.
Il premier ucraino ha più volte menzionato un piano di pace preparato da Kiev, che vorrebbe presentare alla conferenza di pace prevista per novembre. Ha promesso che il piano “descriverà dettagliatamente le condizioni per una giusta fine della guerra”, ha affermato. In una dichiarazione congiunta alla fine del vertice l’aggressione russa è stata condannata, esprimendo sostegno all'”indipendenza, sovranità e integrità territoriale” dell’Ucraina. Infine i leader dell’Europa sudorientale hanno confermato “l’impegno incrollabile a fornire un continuo e poliedrico supporto all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario”.
Le cifre degli aiuti militari all’Ucraina
Volodymyr Zelensky approfitterà del restante tour europeo per ribadire le sue richieste per rafforzare l’equipaggiamento militare dell’esercito ucraino. Il 10 ottobre l’istituto di ricerca tedesco Kiel Institute ha messo in guardia da un possibile calo degli aiuti occidentali all’Ucraina. “A partire dal prossimo anno, l’Ucraina potrebbe trovarsi di fronte a una grave carenza di aiuti”, si legge in un report dell’istituto, che elenca gli aiuti militari, finanziari e umanitari promessi e consegnati all’Ucraina. Gli esperti del Kiel avvertono anche come il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca “potrebbe bloccare i futuri piani di aiuto al Congresso”.
Secondo le proiezioni dell’istituto di ricerca, gli aiuti militari e finanziari ammonterebbero rispettivamente a 59 e 54 miliardi di euro nel 2025 se i donatori occidentali mantenessero i loro livelli di aiuti. Ma questi finanziamenti si ridurrebbero della metà, a 29 e 27 miliardi di euro, senza nuovi aiuti statunitensi e una riduzione delle donazioni europee. Zelensky nelle ultime settimane ha criticato la lentezza con cui i suoi alleati hanno assunto decisioni in merito al supporto all’Ucraina, ritenendoli “riluttanti” a fornire missili a più lunga gittata all’esercito ucraino. Questo impedirebbe ai militari di Kiev di colpire in profondità gli obiettivi militari in territorio russo.