Trump cerca di uscire dall’angolo dopo sei telefonate con il Cremlino

07.08.2025 23:35
Trump cerca di uscire dall'angolo dopo sei telefonate con il Cremlino

Washington e le recenti dinamiche con Putin

DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON – Dopo l’incontro tra l’inviato speciale Witkoff e Putin avvenuto il 6 agosto, Trump ha comunicato ai leader europei e a Zelensky il suo desiderio di incontrare Putin, con l’idea di organizzare un summit già la prossima settimana con entrambi. La Russia si mostra favorevole a un colloquio diretto con Trump, ma sembra scettica riguardo a un incontro trilaterale. Alcuni media riportano fonti dalla Casa Bianca che affermano come Trump non incontrerà Putin a meno che anche il leader ucraino non sia presente. Tuttavia, nell’ambito dello Studio Ovale, Trump ha chiarito che non è necessaria la presenza di Zelensky per un incontro con Putin: «Vogliono incontrare me e farò tutto ciò che è possibile per fermare le uccisioni». Riguardo alla possibilità di nuove sanzioni contro Mosca, ha affermato: «Dipende da lui, vediamo cosa dirà, sono molto deluso» riporta Attuale.

Le ambizioni negoziali di Trump

Trump manifesta una fiducia notevole nelle proprie capacità di negoziazione e ha ripetuto che la fine della guerra è possibile solo attraverso un incontro diretto con Putin. Nel corso dei mesi, il quadro è purtroppo rimasto altalenante: basta pensare ai propositi iniziali di porre fine al conflitto in 24 ore, passando per elogi verso Putin e critiche a Zelensky, fino alla possibilità che gli Stati Uniti possano ritirarsi dal ruolo di mediatori. La frustrazione di Trump per il rifiuto di Putin di accettare un cessate il fuoco dopo sei telefonate è stata evidente. Trump ha imposto sanzioni secondarie all’India per l’importazione di petrolio russo, considerando anche un’estensione a Pechino. Tuttavia, desidera verficare progressi e poter affermare che le sue minacce siano efficaci. I timori dei suoi alleati risiedono nel fatto che un incontro con Putin possa riportare Trump su una posizione più critica nei confronti di Zelensky.

Il contenuto dell’incontro tra Witkoff e Putin

Non è del tutto chiaro quali siano stati i temi discussi tra Putin e Witkoff, eccetto per una possibile cooperazione economica tra Stati Uniti e Russia e per alcuni segnali che, secondo le fonti russe, si sarebbero scambiati riguardo all’Ucraina. Non sono state confermate le affermazioni di un ex diplomatico polacco, Witold Jurasz, che su Onet ha rilanciato notizie sulle proposte americane per un cessate il fuoco che include il riconoscimento delle conquiste territoriali russe. Al contempo, il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha commentato che, per la prima volta, gli Stati Uniti hanno avuto una migliore comprensione delle condizioni alle quali la Russia sarebbe disposta a porre fine alla guerra. Rubio ha indicato che, se si raggiungerà la pace, ci saranno concessioni territoriali sia da parte russa che ucraina.

Le pretese territoriali di Putin

Sul tema delle rivendicazioni territoriali, Putin ha sempre dichiarato di volere la Crimea e le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, nonostante non siano completamente controllate dalle forze russe. Gli Stati Uniti vedono questa posizione come irragionevole, ma hanno manifestato disponibilità a riconoscere la Crimea come parte della Russia e a cedere il controllo di altre aree occupate, lasciando però Zaporizhzhia e Kherson sotto il controllo di Kiev. Alcuni esperti ipotizzano che Putin possa aver incaricato i suoi negotiatori di adottare posizioni massimaliste per ottenere un incontro con Trump e convincerlo a considerare «le cause alla radice del conflitto», tra cui l’esclusione dell’Ucraina dalla NATO e limitazioni delle sue capacità militari. Rubio ha sottolineato che «gli elementi chiave per porre fine alla guerra saranno territoriali». Potrebbe darsi che Putin manifesti una certa flessibilità sulla gestione dei confini. Tuttavia, secondo Tatyana Stanovaya del Carnegie Russia Eurasia Center, Putin non ha mai ufficialmente definito i confini delle quattro regioni «annesse», indicando che la flessibilità ci sia sempre stata, ma il suo obiettivo principale resta quello di mantenere Kiev nell’orbita di influenza di Mosca.

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