Dopo lo scontro plateale alla Casa Bianca, il presidente Usa aumenta la pressione sull’omologo ucraino. Sullo sfondo resta l’accordo ancora non chiuso sulle terre rare. Nello stesso tempo proseguono le manovre di avvicinamento del tycoon a Mosca: ipotesi allentamento delle sanzioni
Sale ancora la tensione tra Stati Uniti e Ucraina e si complica il lavoro delle diplomazie: il presidente americano Donald Trump ha ordinato di “congelare” gli aiuti militari statunitensi all’Ucraina in guerra con la Russia. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando un funzionario del ministero della Difesa. “Stiamo facendo una pausa e rivedendo la nostra assistenza per assicurarci che stia contribuendo a una soluzione” del conflitto tra Ucraina e Russia, ha dichiarato il funzionario della Casa Bianca, che ha preferito rimanere anonimo. “Il presidente ha detto chiaramente di essere concentrato sulla pace. Abbiamo bisogno che anche i nostri partner si impegnino a raggiungere questo obiettivo”, ha aggiunto.
Trump congela gli aiuti militari all’Ucraina
Lo stop dovrebbe durare fino a quando il presidente Donald Trump non avrà determinato “la buona fede dell’impegno di Kiev verso la pace”. Riguarderà tutti gli aiuti militari che non sono al momento in Ucraina, incluse le armi in transito e quelle nelle aree di transito in Polonia. Si tratterebbe comunque di una pausa, anche perché per una revoca totale Trump dovrebbe avere l’ok del Congresso.
La decisione degli Stati Uniti di sospendere l’invio di aiuti militari all’Ucraina, secondo il Washington post è stata presa durante una riunione alla Casa Bianca a cui hanno partecipato il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, la direttrice dell’intelligence Tulsi Gabbard e l’inviato per il Medio Oriente ma anche in contatto con Mosca Steve Witkoff. La mossa arriva pochi giorni dopo il disastroso incontro di Trump e Zelensky alla Casa Bianca, ma è l’ultimo segnale di un progressivo spostamento degli Usa verso Mosca. Già nei giorni scorsi il tycoon aveva iniziato una campagna contro Zelensky definito “dittatore”, fino allo scontro plateale nello Studio Ovale. Nelle scorse ore il presidente americano è tornato a esprimere duri giudizi contro Zelensky. Sul suo social network Truth lo ha definito un “tizio che non vuole la pace”.

Ma a cosa mira Trump? La sospensione dell’invio di tutti gli aiuti militari all’Ucraina può essere rivista se il presidente ucraino “mostrerà uno sforzo sincero nel partecipare ai negoziati di pace”, scrive ancora il Washington Post. L’obiettivo di Donald Trump potrebbe quindi essere quello di costringere Zelensky ad accettare le condizioni poste da Washington sull’accordo per lo sfruttamento dei minerali rari ucraini.
In un’intervista a Fox News, il vicepresidente degli Stati Uniti Vance si è detto fiducioso che il leader ucraino “alla fine” accetterà di discutere la pace con la Russia. Vance, in particolare, ha detto che il presidente ucraino “ha mostrato una chiara riluttanza a impegnarsi nel processo di pace” voluto da Trump, “ma credo – ha aggiunto – che alla fine ci arriverà. Deve farlo”.
L’avvicinamento della Casa Bianca al Cremlino
Parallelamente la Casa Bianca starebbe anche pianificando di allentare le sanzioni alla Russia, nonostante non sia ancora stato raggiunto l’auspicato accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo scrive il Guardian citando l’agenzia Reuters. Se così fosse Trump invertirebbe nettamente la rotta la posizione aggressiva assunta dal suo predecessore Joe Biden. Secondo le fonti, la Casa Bianca ha chiesto ai dipartimenti di Stato e del Tesoro di stilare un elenco di sanzioni che potrebbero essere allentate, per poi discuterne con Mosca “nell’ambito degli ampi colloqui sul miglioramento delle relazioni diplomatiche ed economiche”. Gli uffici sanzioni starebbero elaborando una proposta per revocare le sanzioni su determinate entità e individui, tra cui alcuni oligarchi russi. Nulla trapela però sulla contropartita che vorrebbe Trump.
Dazi anche sull’agroalimentare
Trump tira dritto anche su un altro fronte: quello dei dazi. Scattano oggi quelli per Canada, Messico e Cina. Dal 2 aprile, invece, il presidente ha annunciato di voler colpire anche i prodotti agricoli. Sul suo social Truth, il presidente ha avvisato i “grandi agricoltori americani” di prepararsi a un aumento dalla domanda dei loro prodotti, per i quali non scatterà alcuna nuova tassa. Trump non ha offerto dettagli sui settori che saranno colpiti o se ci saranno delle eccezioni. Non è neanche chiaro se rientrano nei dazi reciproci che intende imporre a tutti i partner commerciali, Ue compresa. Il Canada ha parlato “minaccia esistenziale”, annunciando di essere pronto a rispondere con tariffe per 155 miliardi di dollari canadesi sui prodotti americani. La prima tranche colpirà prodotti statunitensi per 30 miliardi di dollari canadesi.