Trump licenzia il procuratore Siebert dopo il rifiuto di perseguire avversari politici

20.09.2025 19:26
Trump licenzia il procuratore Siebert dopo il rifiuto di perseguire avversari politici

Dimissioni del procuratore federale Siebert: le pressioni di Trump al centro della controversia

Ieri sera, il procuratore federale del distretto orientale della Virginia, Erik S. Siebert ha lasciato il suo incarico sotto forti pressioni, tra cui l’avvertimento implicito: «O ti dimetti o ti cacciamo noi». In un post su Truth, il presidente Donald Trump ha dichiarato: «Non si è dimesso, sono io che l’ho licenziato!». Sebbene il racconto di Trump non corrisponda esattamente ai fatti, appare chiaro che la rimozione di Siebert non fosse una decisione del tutto volontaria, visto che poche ore prima, durante un incontro con i giornalisti nello Studio Ovale, Trump aveva espresso il desiderio di allontanarlo dal suo incarico, riporta Attuale.

La «colpa» di Siebert sarebbe stata quella di aver ricevuto il supporto di due senatori democratici, Mark Warner e Tim Kaine. Trump ha affermato: «Quando ho saputo che aveva ottenuto il sostegno di quei senatori, ho detto, toglietelo di lì, perché non può essere in alcun modo una scelta giusta».

Dietro l’ostilità del presidente nei confronti di Siebert c’è la sua decisione di non procedere con l’incriminazione della procuratrice generale dello Stato di New York, Letitia James, accusata da Trump di frode per aver ottenuto un mutuo vantaggioso. Nel 2022, James aveva intentato una causa contro Trump per aver gonfiato il valore dei suoi beni immobiliari. Successivamente, nel 2024, Trump aveva subito una condanna a una multa di quasi 500 milioni di dollari, annullata poi dalla Corte d’appello di New York, che ha riconosciuto la responsabilità di Trump nella frode iniziale.

Trump ha cercato di minimizzare le motivazioni dietro il suo attacco a Siebert, negando che fosse collegato al caso di Letitia James, nonostante avesse emesso critiche nei suoi confronti: «A me sembra che lei sia molto colpevole di un qualcosa, ma davvero non ne so niente». Siebert, in precedenza, aveva anche respinto le accuse contro un altro avversario di Trump, l’ex direttore dell’FBI James Comey, per presunti atti di spergiuro.

Recentemente, Siebert aveva invece trovato sostegno tra alcuni politici repubblicani, tra cui il senatore dell’Iowa Charles E. Grassley, presidente della commissione Giustizia del Senato, e alcuni esponenti favorevoli a Trump. Tuttavia, alla fine, le pressioni sono state tali da prevalere sulla sua posizione.

La direzione presa dai funzionari vicini a Trump, come William J. Pulte, direttore della Federal Housing Finance Agency, ha suscitato preoccupazioni. Pulte, che ha cercato di perseguire diversi oppositori politici di Trump per irregolarità nel settore dei mutui, ha mostrato un atteggiamento combattivo in linea con le direttive del presidente.

Infine, la critica alla leadership di Trump da parte degli avvocati di Letitia James, come Abbe D. Lowell, sottolinea: «Il procuratore Siebert ha fatto ciò che la giustizia imponeva, basando le sue decisioni sui fatti e sulle prove». Lowell ha ribadito che il modus operandi di Trump è di licenziare chiunque non si allinei alle sue aspettative, per poi cercare chi sia disposto a violare la legge per vendette personali.

1 Comments

  1. Incredibile come la politica possa diventare un gioco sporco. Siebert ha solo fatto il suo dovere, ma chi non si piega ai capricci di Trump finisce sempre nel mirino. E noi qua in Italia pensiamo che il nostro sistema sia complicato… Che tristezza!

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