Trump sui dazi: attende e “sfrutta” i mercati, senza passi indietro

14.07.2025 07:25
Trump sui dazi: attende e "sfrutta" i mercati, senza passi indietro

NEW YORK – Il 1° agosto rappresenterà l’ultima scadenza nella controversa questione dei dazi di Trump? Con un crescente malcontento da parte del presidente riguardo ai negoziati lenti, e il timore di una nuova etichetta di «Taco» (Trump Always Chickens Out, ovvero si tira indietro), quattro fonti anonime riferiscono a Politico che sarebbe illogico rinviare ulteriormente. «Il 1° agosto si inizia», afferma Steve Bannon, ex stratega della vittoria di Trump nel 2016. «Sono certo che lo abbia comunicato a Scott (Bessent, il segretario del Tesoro). Niente più Taco, riporta Attuale.

Molti paesi esteri prendono seriamente questa scadenza: non hanno alternative. Secondo Politico, le preoccupazioni aumentano in quanto Trump desidera che altre nazioni adottino misure contro la Cina, che potrebbero scatenare rappresaglie da Pechino. Tuttavia, c’è timore che Trump possa poi garantire alla Cina un accordo più vantaggioso, lasciando gli altri paesi in difficoltà. In aggiunta, il modo in cui Trump ha utilizzato i dazi negli ultimi mesi, come strumento di negoziazione piuttosto che come politica commerciale coerente, induce scetticismo sull’effettiva conclusione del 1° agosto. Alcuni sospettano che Trump possa rivedere le sue posizioni se i mercati crollassero e se dazi più elevati ostacolassero l’obiettivo di ridurre l’inflazione. «La mia supposizione (ma è solo una supposizione!) è che Trump applicherà i dazi minacciati la scorsa settimana», commenta Robert Armstrong, giornalista finanziario del Financial Times. «I mercati non lo prendono sul serio – ed è questo che lo porterà a essere più determinato. Fino ad ora i mercati non credono che imponga questi dazi o che questi possano danneggiare gravemente la crescita economica: alla fine queste previsioni saranno messe alla prova. Se Trump non farà marcia indietro, la prossima domanda sarà: come reagiranno i mercati e come Trump risponderà alle loro reazioni? «Se le azioni e le obbligazioni subiscono cali, troverà una scusa per ritirarsi dopo un periodo sufficiente a mantenere l’apparenza di fermezza? Io suppongo di sì. Ma chi lo sa».

I dazi stanno generando entrate per gli Stati Uniti, ma le previsioni indicano che queste non saranno sufficienti a compensare la nuova spesa e i tagli fiscali approvati dal Congresso. «Gli americani si orienteranno verso marchi locali e cominceranno a importare da paesi con dazi più bassi? L’economia cambierà e non sappiamo esattamente quali saranno le entrate dai dazi finché non stabilizzeranno; e vista la situazione attuale, potrebbe non esserci stabilità», continua Armstrong. Non c’è stato un impatto significativo sull’inflazione, una notizia positiva per Trump. «Ma penso che sia troppo presto: i rivenditori e gli importatori attendono, non vogliono aumentare i prezzi in quanto non sanno se i dazi rimarranno. Pertanto, l’effetto sui prezzi è ancora da vedere».

Funzionerà il piano di Trump? «Dobbiamo definire cosa significa “funzionare”. Se i dazi rimangono, le importazioni diventano più costose, ci sarà qualche inflazione, ma non eccessiva. Forse esportatori e importatori assorbiranno parte dell’impatto, e con il tempo, l’industria locale americana crescerà. Ma ci vorrà molto tempo. Ad esempio, parte dell’idea di imporre dazi sul rame è che ne abbiamo in America, ma costruire una grande miniera richiede dieci anni. Quindi è cruciale capire se i dazi rimarranno in vigore non solo con l’amministrazione Trump ma anche con quella successiva».

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