Unicredit offre 10 miliardi per Bpm. Orcel: “L’Europa ha bisogno di banche forti”

26.11.2024
Unicredit offre 10 miliardi per Bpm. Orcel: "L'Europa ha bisogno di banche forti"
Unicredit offre 10 miliardi per Bpm. Orcel: "L'Europa ha bisogno di banche forti"

Per la banca milanese la redditività del gruppo beneficerà di sinergie “in circa 900 milioni di euro” all’anno. Potrebbe diventare la banca più grande d’Europa. Cosa cambia

Unicredit ha presentato un’offerta di scambio volontaria per Banco Bpm per un corrispettivo totale di circa 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni. Lo ha annunciato la banca milanese in una nota delle scorse ore. Potrebbe diventare un polo bancario da 80 miliardi di euro, tra i più grandi d’Europa.

Orcel: “L’Europa ha bisogno di banche forti”

“Con questa acquisizione di uno dei nostri obiettivi storici, rafforziamo la nostra posizione in Italia, e al contempo incrementiamo ulteriormente il valore che possiamo creare per i nostri stakeholder in quel mercato così come per i nostri azionisti. L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, Unicredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida”, ha detto Andrea Orcel, ad di Unicredit.

Rafforzare la competitività in Italia

Il rapporto di scambio per l’operazione tra Unicredit e Banco Bpm è stato definito in 0,175 nuove azioni Unicredit per ogni azione Bpm, con un valore implicito di 6,657 euro per azione Bpm. Questo corrisponde a un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale del 22 novembre 2024, e a circa il 15% rispetto al prezzo non influenzato del 6 novembre 2024, aumentando a circa il 20% se considerati i dividendi già distribuiti a novembre da entrambe le banche prima dell’offerta di acquisto di Anima (c’è in corso un’altra opa).

L’obiettivo dell’offerta – prosegue la nota – è rafforzare la competitività di Unicredit in Italia, uno dei suoi mercati chiave, attraverso la creazione di una banca più forte in un contesto di mercato attrattivo, “capace di generare valore a lungo termine per tutti gli stakeholder e per il paese”. La compatibilità delle due aziende, sia geografica che per segmento di clientela, e l’efficacia dimostrata da Unicredit nell’eseguire acquisizioni, rendono questa operazione un rischio gestibile, secondo il consiglio di amministrazione.

Chiusura entro giugno 2025

Si prevede che l’operazione di scambio sia conclusa entro giugno 2025, con l’integrazione completa prevista nei successivi 12 mesi e la realizzazione della maggior parte delle sinergie entro 24 mesi. Se completata, questa transazione permetterà a Unicredit di accelerare “la crescita sostenibile e di qualità, rafforzando significativamente la sua presenza in Italia e investendo ulteriormente in clientela, canali di distribuzione e tecnologia di Bpm”.

“La fusione tra Unicredit e Banco Bpm è vantaggiosa, specialmente dal punto di vista geografico, poiché consoliderà la presenza di UniCredit nel suo principale mercato domestico, che rappresenterebbe circa il 50% dell’utile netto combinato del gruppo. Per i clienti, la fusione offrirà prodotti più forti e complementari, canali di distribuzione integrati in modo più efficace e un’organizzazione più efficiente”, proseguono dal gruppo milanese.

Da Gae Aulenti si riconosce l’eccellente performance operativa di Bpm, che non solo sarà preservata, ma anche “significativamente potenziata nel gruppo combinato, grazie a maggiore efficienza, aumentati investimenti, una gestione del rischio più conservativa e una posizione di capitale rafforzata, a vantaggio di tutti gli stakeholder: clienti, comunità, dipendenti e azionisti”.

Nuove opportunità per i dipendenti

I dipendenti delle due organizzazioni avranno nuove opportunità di crescita professionale all’interno di un gruppo europeo ancora più competitivo, “con una maggiore sicurezza e stabilità lavorativa”. L’economia italiana beneficerà di questo rafforzamento, “poiché l’integrazione aiuterà la crescita del paese, supportando l’industria nazionale e la sua espansione all’estero”.

Più solido il sistema bancario europeo

Secondo Unicredit, poi, sistema bancario, sia italiano che europeo, sarà più solido e competitivo grazie all’unione di due grandi banche italiane, contribuendo anche al consolidamento bancario europeo, particolarmente importante in un contesto geopolitico incerto. La fusione permetterà inoltre al gruppo di “rafforzare il suo impegno verso investimenti ambientali, sociali e di governance, favorendo una crescita sostenibile e aiutando i clienti nella gestione della transizione verde”.

Anche le comunità locali ne trarranno vantaggio, grazie a maggiori risorse finanziarie per sostenere meglio i territori in cui il nuovo gruppo sarà presente. In caso di fusione, Unicredit si impegna “a garantire una distribuzione sostenibile e tra le migliori del settore agli azionisti, mantenendo un solido rapporto di capitale”. Unicredit, infine, “prevede anche un aumento dell’utile per azione entro due anni dalla fusione, con sinergie di costi e ricavi, e un ritorno sull’investimento superiore al 15%, che risulta più vantaggioso rispetto all’alternativa di restituire capitale agli azionisti tramite riacquisto di azioni”.

Salvini: “Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Mps”

L’operazione non convince però il vicepremier Matteo Salvini: “A me le concentrazioni e i monopoli non piacciono mai” ha detto il ministro delle Infrastrutture intervenendo alla rassegna Italia Direzione Nord in corso alla Triennale di Milano. “Ero rimasto al fatto che Unicredit volesse crescere in Germania. Non so perché abbia cambiato idea. Unicredit ormai di italiano ha poco e niente: è una banca straniera, a me sta a cuore che realtà come Bpm e Mps che stanno collaborando, soggetti italiani che potrebbero creare il terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà. Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Mps per fare un favore ad altri”. 

“L’interrogativo mio e di tanti risparmiatori è Banca d’Italia c’è? Che fa? Esiste? Che dice? Vigila? Siccome sono tra i più pagati d’Italia – ha aggiunto il vicepremier -, da cittadino italiano vorrei sapere se è tutto sotto controllo”. 

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