Lo sciopero del 29 novembre precettato da Salvini e i sindacati infuriati: cosa succede adesso

27.11.2024
Lo sciopero del 29 novembre precettato da Salvini e i sindacati infuriati: cosa succede adesso
Lo sciopero del 29 novembre precettato da Salvini e i sindacati infuriati: cosa succede adesso

Il ministero dei Trasporti interviene e impone la riduzione della fascia oraria dell’agitazione. Cosa cambia per i lavoratori e per i cittadini

Ci risiamo. Esattamente come successo lo scorso anno è ancora scontro sullo sciopero tra ministro dei Trasporti e sindacati. La data “X” è quella di venerdì prossimo, 29 novembre, giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil (senza la Cisl) contro la manovra economica. Il nodo è, in particolare, lo stop per i trasporti. Salvini ha firmato la precettazione che limita di fatto la protesta, ma i sindacati non arretrano. Cosa significa? Cosa cambia per i lavoratori e per i cittadini?

Facciamo chiarezza. Cgil e Uil hanno indetto lo sciopero generale del 29 novembre non appena sono stati diffusi i contenuti della manovra 2025 e prima del vertice con la premier Giorgia Meloni. Una tempistica che ha fatto infuriare la presidente del Consiglio che ha parlato di posizioni preconcette. Successivamente i sindacati hanno escluso dallo sciopero il comparto treni, ma solo perché oggetto di un’altra agitazione di 24 ore a ridosso del 29 (lo scorso weekend, ndr). Poi è intervenuto il Garante, che ha chiesto di ridurre la durata dello stop per i trasporti da 8 a 4 ore. Il ministero dei Trasporti ha fatto propria la richiesta e l’ha inoltrata ai sindacati. Le sigle hanno fatto muro e a questo punto Salvini ha firmato la precettazione. La mossa era prevedibile e non ha scalfito i sindacati che proseguono sulla loro strada.

Salvini punta il dito sui “1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno”, nei 25 mesi di governo Meloni e torna a difendere anche “il diritto alla mobilità, alla salute e al lavoro di tutti gli altri italiani”. Landini e Bombardieri vedono invece un attacco al diritto di sciopero e tirano in ballo anche il ruolo del Garante: “La Commissione di garanzia ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, continuando ad avanzare ulteriori richieste per la limitazione del diritto di sciopero”. Il ministro Salvini “è un po’ ossessionato perché è il primo sciopero generale che noi proclamiamo. Se vuole, e noi lo chiediamo da tempo, si faccia una legge sulla rappresentanza. Il punto vero non è contare gli scioperi ma capire perché le persone scioperano”, dice Landini. Con i sindacati, si schiera il Pd: “Ormai Salvini lavora scientificamente per ridimensionare il diritto di sciopero. Un diritto garantito dalla Costituzione”.  

Sciopero generale del 29 novembre, rischio caos

Per i cittadini quella di venerdì 29 novembre si annuncia una giornata di caos. Lo sciopero è generale. Investe quindi tutti i settori. Significa che sono possibili disagi su tutti i fronti con servizi non garantiti. Per i trasporti se le cose restano così si rischia di non avere servizi garantiti per 8 ore. Ci sono le cosiddette fasce di garanzia, ma poi con orari diversi città per città bus tram e metro rischiano di essere un miraggio. Sul fronte aerei, Ita ha già cancellato una quarantina di voli. 

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Sciopero generale, cosa rischiano i lavoratori che protestano

Per i lavoratori del comparto trasporti la precettazione firmata da Salvini cambia le cose. Non è una scatola vuota, ha conseguenze precise. Si tratta di un provvedimento amministrativo e chi non lo rispetta può essere sanzionato. Con la precettazione si limita di fatto lo sciopero, che è sì un diritto riconosciuto dall’articolo 40 della Costituzione ma “nell’ambito delle leggi che lo regolano”. La precettazione può essere impugnata dai sindacati davanti al Tar anche se questo non sospende l’efficacia. 

I lavoratori che scioperano senza rispettare i termini previsti dalla legge vanno incontro a una sanzione da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.000 euro “per ogni giorno di mancata ottemperanza, da stabilire tenendo conto della gravità dell’infrazione e delle condizioni economiche dell’agente”. Anche i sindacati possono essere multati con sanzioni “da 2.500 a 50mila euro per ogni giorno di mancata ottemperanza, a seconda della consistenza dell’associazione sindacale e della gravità delle conseguenze dell’infrazione”. Ora resta da vedere come evolverà la situazione.

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