Il provvedimento potrebbe portare a multe fino al 6 per cento per il giro di affari annuo del colosso dell’e-commerce
Un’altra azienda della Cina finisce nel mirino della Commissione europea. Questa volta tocca a Temu, il gigante dell’e-commerce cinese che vende vestiti, gioielli, calzature, articoli sportivi e per la casa a prezzi stracciati. Bruxelles oggi ha avviato un procedimento formale per valutare se Temu possa aver violato il Digital services act (Dsa), che regolamenta le aziende tecnologiche che vanno da Facebook a X e Google.
Perché la Commissione ha avviato un’indagine contro Temu
La Commissione vuole fare luce sulla vendita di prodotti illegali che l’azienda, la cui società madre è la cinese Pin DuoDuo Holdings, effettua tramite il suo sito e la sua app. Sotto la lente di Bruxelles c’è quindi anche il “design accattivante” della piattaforma e i rischi legati alla sua progettazione “avvincente”, inclusi programmi di ricompensa simili a giochi, e i sistemi che Temu ha messo in atto per mitigare i rischi derivanti da tale progettazione, che potrebbe avere conseguenze negative sul benessere fisico e mentale di una persona.
La Commissione vuole comprendere il meccanismo dei sistemi di raccomandazione degli acquisti per gli utenti e l’accesso ai dati per i ricercatori. Il timore della Commissione è che Temu non abbia adottato misure efficienti per fermare la ricomparsa di “commercianti disonesti precedentemente sospesi”, con prodotti non conformi nell’Unione europea che a volte riemergono nel giro di pochi giorni dalla loro rimozione. Questo perché diverse autorità nazionali, in particolare quelle della Germania, Danimarca e Irlanda (dove ha sede l’azienda cinese nell’Ue) hanno sollevato preoccupazioni per la vendita di prodotti, tra cui farmaci, cosmetici e giocattoli contraffatti, che possono essere particolarmente dannosi per la salute di chi li consuma.
La relazione di Temu considerata insufficiente da Bruxelles
La decisione di indagare su Temu, la cui casa madre Pin DuoDuo Holdings ha trasferito la propria sede da Shanghai a Dublino l’anno scorso ed è quotata al Nasdaq, segue la relazione di valutazione del rischio fornita da Temu alla fine di settembre 2024, le risposte alle richieste formali di informazioni della Commissione del 28 giugno e dell’11 ottobre, nonché le informazioni provenienti da terzi.
La decisione di Bruxelles si basa anche sulle informazioni condivise attraverso il meccanismo di cooperazione con le autorità nazionali, nell’ambito del Comitato europeo dei coordinatori dei servizi digitali, in particolare con il coordinatore irlandese dei servizi digitali. Infatti, un’associazione di consumatori europea ha presentato reclami contro Temu, sostenendo che l’azienda stava violando il Dsa poiché non forniva ai clienti informazioni cruciali sui venditori sulle sue piattaforme. La denuncia è stata presentata a maggio e vede rivalersi anche 17 paesi membri dell’Unione Europea, tra cui Francia, Italia e Paesi Bassi, che hanno presentato denunce alle autorità nazionali competenti.
Cosa succede per i consumatori europei?
La legislazione Ue non stabilisce alcuna scadenza legale per porre fine al procedimento formale. La durata di un’indagine approfondita dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del caso, la misura in cui la società interessata collabora con la Commissione e l’esercizio dei diritti di difesa.
Per i consumatori europei potrebbe cambiare qualcosa. L’indagine potrebbe portare a multe fino al 6 per cento per il giro di affari annuo di Temu, che dal 2022, anno della sua nascita, è cresciuta rapidamente: ad aprile ha registrato 75 milioni di utenti nell’Unione europea, per poi salire a 92 milioni a settembre.