Vertice di maggioranza per le elezioni regionali si conclude senza risultati: Meloni partecipa a una call con leader europei

10.09.2025 21:55
Vertice di maggioranza per le elezioni regionali si conclude senza risultati: Meloni partecipa a una call con leader europei

Il centrodestra si trova in una situazione di impasse riguardo le candidature per le prossime elezioni regionali. Durante il vertice di maggioranza tenutosi oggi, 10 settembre, a Palazzo Chigi, tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, con la partecipazione del ministro Roberto Calderoli, non è emersa alcuna soluzione definitiva. Le regioni di Veneto, Puglia e Campania restano senza un candidato ufficiale. L’unico progresso segnalato dai leader riguarda l’Autonomia differenziata, ma le dichiarazioni finali rimangono generiche: «Si va avanti sul percorso», afferma Maurizio Lupi. Il tono generale è caratterizzato da un cauto ottimismo, anche considerando che il vertice, durato poco più di un’ora, si è concluso anticipatamente. Meloni ha dovuto interrompere la riunione per partecipare a una conference call con il premier polacco Donald Tusk, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e il segretario generale della NATO Mark Rutte. Al centro dell’incontro la questione dei droni russi abbattuti in Polonia, riporta Attuale.

Il piatto da servire a Pontida

Salvini si prepara a proporre l’Autonomia differenziata come unico tema identitario ai sostenitori della Lega durante la storica kermesse di Pontida, prevista per il 21 settembre. Oltre a questo, sembrava volesse annunciare ufficialmente il candidato leghista per il Veneto, Alberto Stefani, ma è probabile che si presenti senza un nome concordato. Salvini ha già fatto chiaro riferimento a Stefani con la frase: «Dopo Zaia c’è Stefani». Questa dichiarazione ha sollevato preoccupazioni in Giorgia Meloni, che durante il vertice di maggioranza avrebbe richiamato Salvini alla cautela, ritenendo l’uscita prematura e unilaterale. La situazione rimane quindi aperta.

Il nome del Veneto solo dopo le Marche

La strategia delineata a Palazzo Chigi è chiara: non ci saranno annunci di nomi prima delle votazioni nelle Marche. Se il governatore uscente, Francesco Acquaroli, riesce a mantenere il controllo della regione, Meloni potrà concedere al Veneto alla Lega. Al contrario, una vittoria del candidato del centrosinistra, Matteo Ricci, lascerebbe la premier senza regioni sotto il marchio di FdI, rendendo incerta la decisione di cedere al Veneto, territorio del doge Luca Zaia. Il nome per il Veneto non verrà probabilmente rivelato prima del 29 settembre, ultimo giorno utile per votare nelle Marche.

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