Xi Jinping: radici, ascesa e potere del principe rosso minacciato di morte

24.06.2025 16:15
Xi Jinping: radici, ascesa e potere del principe rosso minacciato di morte

La Leadership di Xi Jinping: Un’Analisi Approfondita

È passato più di un decennio da quando la Cina ha intrapreso l’Era di Xi, un periodo caratterizzato da indecifrabili dichiarazioni del leader cinese, spesso imbevute di una retorica di tipo mandarino. Questo solleva interrogativi rispetto ai suoi reali obiettivi: la Cina userà la forza militare per affrontare la questione taiwanese o è pronta a concordare un accordo con Stati Uniti e Unione Europea per una convivenza pacifica?, riporta Attuale.

Attualmente, Xi Jinping si sta confrontando con Donald Trump per risolvere la questione dei dazi, ed il modo rapido in cui entrambe le nazioni hanno stabilito una tregua è indicativo dell’insostenibilità della guerra commerciale per entrambe le parti. Trump ha recentemente detto di avere un grande rispetto per il suo omologo cinese, affermando: «Mi piace Xi, è una persona molto determinata e creare un compromesso sarà difficile».

Non è chiaro se Trump sia a conoscenza del primo dossier redatto dai servizi americani su un giovane Xi, che nel 1985 intraprese un viaggio di studio nell’Iowa; o se sia informato della sua passione per Salvate il soldato Ryan, rivelata durante una conversazione con diplomatici statunitensi nel 2008, dove descrisse il film come veicolo di giustizia.

Dal momento della sua nomina a Segretario generale al XVIII Congresso del Partito Comunista nel 2012, Xi non ha mai concesso interviste. Le sue posizioni di potere — Segretario del Partito Comunista, Presidente della Repubblica Popolare e Capo della Commissione Militare Centrale — sono inaccessibili, poiché non esistono numeri di telefono pubblici ai quali i giornalisti possano rivolgersi per chiarimenti. La sua figura è sintetizzata in quello che è stato definito il «Triumvirato di un solo uomo».

Xi Jinping è nato a Pechino nel 1953 e ha recentemente compiuto 72 anni. Figlio di un importante leader comunista, Xi appartiene al «taizi dang», termine che si riferisce ai figli dei dirigenti del Partito e dell’Esercito, che giocarono un ruolo decisivo nella fondazione della Repubblica Popolare. Si tratta di una vera e propria nobiltà rossa, destinata a occupare posizioni di prestigio e comando.

Tuttavia, Xi è anche un sopravvissuto. Il padre fu purgato durante le lotte di potere degli anni ’60. Durante la Rivoluzione Culturale, Xi subì umiliazioni pubbliche, fame e detenzione. Durante questo periodo, fu minacciato dalle Guardie Rosse di morte se non avesse confessato le sue colpe, un momento che lo segnò profondamente. «Pensai che essere fucilato una volta o cento non facesse alcuna differenza», raccontò nel 2000.

Nel 1997, mentre era governatore nel Fujian, Xi rischiava di vedersi negata un’opportunità di carriera poiché era classificato al 151° posto in un elenco di membri del Comitato Centrale. La sua ascesa fu salvata dall’intervento di un potente protettore, probabilmente il presidente Jiang Zemin, che consentì di includerlo tra i membri necessari, nonostante nel contesto nessuno avesse previsto che Xi potesse diventare leader.

Si crede che Xi sia un vero marxista-leninista, rilanciando l’ideologia affinché il potere del Partito Comunista in Cina possa durare indefinitamente, proprio come il suo mandato, fino a quando la sua salute lo permetterà. Alcuni analisti descrivono Xi come un pragmatico, capace di adattare le sue strategie a seconda delle circostanze. Una rivelazione interessante, attribuita a Xi stesso, è stata riportata nel libro postumo dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe, il quale affermò che se Xi fosse nato negli Stati Uniti, non sarebbe stato comunista ma membro dei partiti Repubblicano o Democratico. Da questa affermazione si evince che Xi considerava l’appartenenza a un partito senza potere come priva di senso, esprimendo il concetto che essere comunista negli Stati Uniti non giova, così come essere democratico in Cina.

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