Zelensky venerdì da Trump per l’accordo sulle terre rare, ma spunta anche l’offerta di Putin

26.02.2025
Zelensky venerdì da Trump per l'accordo sulle terre rare, ma spunta anche l'offerta di Putin
Zelensky venerdì da Trump per l'accordo sulle terre rare, ma spunta anche l'offerta di Putin

Il presidente ucraino e quello americano vicini alla firma dell’intesa da 500 miliardi di dollari. Anche Mosca però ha qualcosa da offrire al tycoon. Perché questi affari sono strategici

Quarantotto ore, tanto mancherebbe alla firma dell’intesa sulle terre rare tra Usa e Ucraina. L’accordo, per un valore di 500 miliardi di dollari, si era arenato la scorsa settimana per le condizioni capestro imposte da Donald Trump. Adesso invece sembra tutto pronto e la firma potrebbe arrivare già venerdì. Anche Putin però avrebbe qualcosa da dire in merito e lascia la porta aperta agli Usa.

“Venerdì la firma dell’accordo sulle terre rare”

Il Financial Times prima e un alto funzionario ucraino dopo hanno sostenuto che i due Paesi hanno concordato i termini dell’accordo. “Gli Usa hanno tolto le clausole sfavorevoli, venerdì potrebbe esserci la firma a Washington”, ha riferito all’Afp il dirigente ucraino sotto condizione di anonimato. “Abbiamo praticamente negoziato il nostro accordo sulle terre rare. Vogliamo i nostri soldi indietro, i contribuenti americani riavranno i loro soldi indietro”, ha detto il presidente americano. Trump sostiene infatti che l’accesso alle risorse minerarie ucraine sia un modo per compensare i miliardi di dollari di aiuti pagati dall’amministrazione del suo predecessore Joe Biden.

A sbilanciarsi sulla data della firma è stato lo stesso Trump. “Ho sentito che sarebbe venuto venerdì” ha detto riferendosi a Zelensky. “Questo va decisamente bene per me. Vorrebbe firmarlo con me, e lo capisco: è un grosso affare, un affare molto grande”, ha aggiunto.

Cosa sono le terre rare e perché sono importanti

Le terre rare sono 17 elementi della tavola periodica sempre più strategici per le attuali industrie tecnologiche. Sono dei piccoli tesori: producono un mercato globale che già ora vale già quasi 11 miliardi e che entro il 2031 si stima raggiungerà i 21,7 miliardi di dollari.

Gli esperti sostengono che il territorio ucraino dispone di diversi giacimenti contenenti terre rare, nessuno dei quali è stato sfruttato. Ci sono anche altri materiali sempre più strategici per le attuali industrie tecnologiche, come la grafite, della quale possiede il 20% dei giacimenti mondiali o il litio del quale il Dontesk è ricco.

Tutto questo fa gola agli Stati Uniti anche perché li aiuterà a fare un passo avanti per arginare il dominio di Pechino in materia. 

Anche Putin pensa agli affari con gli Usa

Nel frattempo anche i negoziati tra Usa e Russia sembrano spostarsi sempre più verso il business. Il Cremlino ha sottolineato le “vaste opportunità” per l’estrazione di terre rare dal ricco sottosuolo russo in collaborazione con gli Stati Uniti. “L’America ne ha bisogno e noi ne abbiamo in abbondanza”, ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov.

In un’intervista in tv, lo stesso Putin aveva lanciato l’idea di attirare investitori americani, pubblici e privati, proprio per lo sfruttamento delle terre rare, affermando che la Russia ha riserve “significativamente superiori” all’Ucraina, dalla regione di Murmansk nel nord-ovest, al Caucaso nel sud, fino all’Estremo Oriente.

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