Colpi a Fordow e altri obiettivi: quali danni per l’atomica iraniana?

23.06.2025 08:05
Colpi a Fordow e altri obiettivi: quali danni per l’atomica iraniana?

Analisi dell’Attacco ai Siti Nucleari Iraniani

Attualmente, è complesso stabilire l’entità dei danni subiti all’interno del bunker atomico. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, il laboratorio di Natanz risulta distrutto. Le speculazioni riguardanti l’uranio indicano che le scorte siano state spostate per prevenire possibili attacchi, riporta Attuale.

I protagonisti della crisi si muovono tra versioni contrastanti, mentre cercano di valutare l’efficacia dell’attacco militare mirato ai siti nucleari iraniani. Le dichiarazioni trionfalistiche di Donald Trump si sono scontrate con le posizioni più prudenti dei funzionari, che avvertono che la verità richiederà tempo per emergere. I punti di impatto sono stati analizzati da esperti e militari, i quali hanno confermato danni significativi, ma non una distruzione totale.

Il Pentagono ha riferito che la situazione è complessa, con danni significativi a livello superficiale, ma non si esclude che le conseguenze siano state severe anche nell’ambito sotterraneo. Attacchi con ordigni GBU-57, progettati per penetrare in profondità, hanno colpito i locali dove erano stoccate le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Le prime immagini mostrano già evidenti impatti e segni di penetrazione nei sistemi di ventilazione. Gli Israeliani, tuttavia, hanno messo in guardia, dichiarando che è prematuro giungere a conclusioni definitive.

La posizione della Repubblica Islamica si articola su due punti principali: danni contenuti e diversi feriti, senza segnalazioni di contaminazione. Secondo le fonti ufficiali, gran parte del materiale nucleare era stata trasferita prima dell’attacco, il che trova riscontro nelle ultime immagini satellitari. Sono stati documentati spostamenti attivi di camion e bulldozer nei giorni precedenti l’incursione, suggerendo che l’Iran potesse aver predisposto misure di sicurezza pre-attacco.

Fordow, una struttura sotterranea, rappresenta una sfida significativa. Le sue caratteristiche lo hanno reso un obiettivo difficile da colpire, e prima del bombardamento, si era speculato sul fatto che i risultati potessero essere limitati. Il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, ha comunicato che la parte superiore del sito è stata distrutta, mentre i danni sotterranei potrebbero essere altrettanto gravi. In particolare, un B-2 ha lanciato due ordigni su questo obiettivo, aggiungendosi agli attacchi iniziali condotti dall’IDF.

I danni sono stati estesi, con report di numerosi edifici colpiti dai missili, confermati anche dall’Aiea. Le missioni aeree hanno investito almeno 19 infrastrutture, ma si evidenzia che le armi utilizzate hanno avuto un potenziale ridotto, simili agli attacchi precedenti contro Natanz e Isfahan. Si teme che il proseguimento di questi attacchi possa avere ripercussioni irreparabili sulla capacità nucleare dell’Iran.

I prossimi sviluppi nella valutazione dei danni rappresentano solo un aspetto di una conflittualità più ampia. È cruciale comprendere le implicazioni per il programma nucleare iraniano, dato che Stati Uniti e Israele puntano a contenerlo il più possibile. L’attacco congiunto ha l’obiettivo di ritardare l’avanzamento del programma nucleare per mesi o addirittura anni, mentre il regime iraniano promette di continuare i propri piani, mantenendo riserve significative di uranio arricchito in luoghi protetti. Gli esperti avvertono che la capacità del regime di recuperare potrebbe estendersi oltre le azioni immediate, suggerendo che la partita sia ben lungi dall’essere chiusa.

Alì Shamkani, consigliere del leader Khamenei, ha ribadito che, anche se gli impianti sono stati distrutti, non significa che la questione sia giunta a una conclusione definitiva.

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