L’offensiva come punizione per l’uccisione del capo politico di Hamas Haniyeh. Il giorno “x” potrebbe essere quello del vertice Israele-Hamas sul cessate il fuoco
Tensione sempre altissima in Medio Oriente. Cresce di ora in ora il timore di un attacco dell’Iran contro Israele, come punizione per gli assassini del capo politico di Hamas Haniyeh. Il giorno “x” potrebbe essere quello di giovedì, in concomitanza col vertice Israele-Hamas sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.
Secondo la tv israeliana Kan, che cita fonti dell’apparato di sicurezza, “gli iraniani sarebbero determinati ad attaccare il prima possibile con un attacco più forte rispetto a quello di aprile, nonostante nei giorni scorsi si ipotizzava che Teheran stesse facendo marcia indietro di fronte alle pressioni politiche”.
“Le forze dell’esercito sono distribuite e preparate, se dovesse sorgere la necessità di cambiare le linee guida, le aggiorneremo”, si legge in un post del portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, su X.
I preparativi militari dell’Iran fanno ipotizzare un attacco su larga scala. Ipotesi confermata dal ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant durante un colloquio con il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin secondo quanto riferito dla reporter di Axios Barak Ravid su X.
Nel frattempo Hamas ha confermato di aver respinto l’invito di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per partecipare ai colloqui per il cessate il fuoco a Gaza di giovedì. Il “No” sarebbe motivato dalle richieste presentate di recente dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dall’assassinio di Haniyeh e dai raid israeliani a Gaza che hanno ucciso decine di palestinesi, molti dei quali civili. Una decisione che – riporta Axios – è uno stop significativo per gli sforzi dell’amministrazione Biden di raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco e impedire che il conflitto di Gaza si trasformi in una guerra regionale.