La Corte Ue “scagiona” Silvio Berlusconi: “La Bce non poteva negargli la partecipazione a Mediolanum”

19.09.2024
La Corte Ue "scagiona" Silvio Berlusconi: "La Bce non poteva negargli la partecipazione a Mediolanum"
La Corte Ue "scagiona" Silvio Berlusconi: "La Bce non poteva negargli la partecipazione a Mediolanum"

Le quote Fininvest in Mediolanum erano congelate per la parte eccedente il 9,9 %. Secondo i giudici, erano state “conservate” e non acquisite da Fininvest

Arriva una sorta di assoluzione per Silvio Berlusconi da parte della corte di giustizia dell’Unione europea. Seppur tardiva, la sentenza dei giudici in Lussemburgo “scagiona” il politico e magnate dell’industria italiana, annullando una decisione della Banca Centrale Europea (Bce). Quest’ultima nel 2016 aveva negato l’acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte di Berlusconi tramite la sua holding Fininvest. In tal modo aveva “congelato” le quote per la parte eccedente il 9,9%.

Secondo i magistrati europei la Bce non poteva legittimamente opporsi perché la detenzione della quota da parte di Fininvest (di circa il 30%) risultava unicamente dalla conservazione, da parte dell’interessato, di una partecipazione qualificata che egli aveva acquisito prima del recepimento delle disposizioni del diritto dell’Unione sulle quali la Bce si era basata. Ricostruiamo la vicenda che ha portato a questa sentenza. 

La mancata onorabilità di Berlusconi per acquisire Mediolanum

La Fininvest, la holding italiana detenuta in maggioranza da Silvio Berlusconi, deteneva quote sociali della Mediolanum, nota società finanziaria quotata in Borsa che deteneva a sua volta il 100 % del capitale dell’istituto di credito Banca Mediolanum. Nel 2014 la Banca d’Italia aveva ordinato la cessione, entro 30 mesi, della partecipazione di Fininvest in Mediolanum superiore al 9,99 % e la sospensione immediata dei diritti di voto inerenti alle azioni corrispondenti. Questa misura si era resa necessaria in base alla sentenza di condanna per Silvio Berlusconi, che era stato dichiarato colpevole di frode fiscale.  Secondo i funzionari di Banca d’Italia, l’industriale non soddisfaceva più il requisito di onorabilità al quale è subordinata la detenzione di una partecipazione qualificata. La decisione della Banca d’Italia era stata poi annullata dal Consiglio di Stato italiano il 3 marzo 2016. Nel frattempo, nel 2015, la Mediolanum è stata incorporata dalla sua società figlia Banca Mediolanum.

L’opposizione della Bce alle quote in eccesso

A seguito dell’assorbimento e della sentenza del Consiglio di Stato italiano, la Banca d’Italia e la Bce hanno ritenuto che Silvio Berlusconi e la Fininvest avessero acquisito una partecipazione qualificata nel capitale di Banca Mediolanum. In base al diritto dell’Unione, un’ acquisizione di questo tipo doveva essere preceduta da una notifica ed essere oggetto di una valutazione da parte dell’autorità nazionale competente, che avrebbe dovuto poi trasmettere alla Bce una proposta di decisione.

La Bce si era così opposta all’acquisizione da parte di Berlusconi, dato che non soddisfaceva il requisito dell’onorabilità. In seguito a quella decisione, Silvio Berlusconi e della Fininvest hanno fatto presso un tribunale italiano ricorso per ottenere l’annullamento, ma venne respinto. A quel punto si è passati al livello successivo: il ricorso presso i giudici europei che ha dato ragione a Berlusconi.

Perché Fininvest poteva acquisire una partecipata in Banca Mediolanum

Secondo la Corte Ue, “il Tribunale ha snaturato i fatti della controversia e commesso un errore di diritto nel dichiarare che i ricorrenti hanno acquisito una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum nel 2016”. l’errore deriverebbe da un’interpetazione sbagliata della decisione della Banca d’Italia del 2014.  Quest’ultima “non ha avuto come conseguenza di ridurre la partecipazione della Fininvest nella Mediolanum, ma solo di sospendere i diritti di voto inerenti alle azioni soggette a un obbligo di cessione”. Tale cessione doveva aver luogo solo successivamente, entro un termine di 30 mesi, tramite un fiduciario incaricato della vendita. Il giorno in cui il Consiglio di Stato italiano ha dichiarato l’annullamento, prosegue la sentenza, la partecipazione controversa era rimasta immutata. Il fatto quindi che Mediolanum fosse stata incorporata da Banca Mediolanum non modificava questa situazione.

Di conseguenza, scrivono i giudici, “non si poteva ritenere che Silvio Berlusconi avesse acquisito una partecipazione qualificata nel 2016, il che avrebbe richiesto una notifica e una valutazione da parte delle autorità competenti”. Il patron di Fininvest “ha soltanto conservato una partecipazione qualificata che era stata acquisita ben prima, a una data in cui le disposizioni di diritto dell’Unione applicate dalla Bce non erano ancora state recepite nell’ordinamento italiano”. I giudici del Lussemburgo hanno infine sottolineato che essendo le norme europee “prive di efficacia retroattiva”, non potevano essere invocate dai funzionari della Bce per opporsi alla detenzione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte di Silvio Berlusconi.

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