I paramilitari sudanesi filmato mentre commettono crimini di guerra ad Al Fashir

29.10.2025 08:55
I paramilitari sudanesi filmato mentre commettono crimini di guerra ad Al Fashir

Massacri di civili in Sudan: le RSF pubblicano video delle atrocità

Lunedì, il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF) ha conquistato Al Fashir, città della regione del Darfur, in Sudan. Almeno tredici video, ripresi dalle stesse RSF, mostrano uccisioni di civili, con evidenti segni di massacri di massa, così come temuto. Alcuni di questi video documentano gli stessi eventi, ma ci sono forti sospetti che altre uccisioni siano avvenute senza essere filmate, riporta Attuale.

I combattenti delle RSF si filmavano mentre perpetravano crimini di guerra, apparentemente con orgoglio, rendendo questi video potenziali prove per un eventuale processo davanti a un tribunale internazionale.

Durante i trentamese di assedio di Al Fashir, le milizie RSF avevano creato una trincea attorno alla città. Con molti residenti che cercano di fuggire, quel fossato è diventato il teatro di molte delle esecuzioni. Un video mostra almeno sei veicoli civili in fiamme e circa una trentina di cadaveri già stesi a terra, inclusi quelli di donne.

In altri filmati, le RSF inseguono uomini in fuga nella savana circostante. Quando li catturano, li costringono a sedersi e li uccidono a sangue freddo. In un video, sette prigionieri, in abiti civili, vengono messi in ginocchio mentre supplicano, ma vengono gurdati prima di essere colpiti alla schiena.

Le esecuzioni hanno un chiaro connotato etnico: le RSF si ritengono superiori in quanto discendenti degli arabi e si riferiscono agli africani sudanesi con insulti razzisti. Termini dispregiativi come falangaya, usato per indicare schiavi, sono ricorrenti nei video.

Le Rapid Support Forces sono guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti, che combatte contro Abdel Fattah al Burhan, comandante dell’esercito regolare. Nonostante le tensioni fra le due fazioni, Hemedti beneficia del supporto militare e finanziario degli Emirati Arabi Uniti. La guerra civile iniziata ad aprile 2023 ha già causato la morte di circa 150mila sudanesi, secondo le stime delle Nazioni Unite.

Le RSF rappresentano una nuova versione dei janjaweed, milizia responsabile di una campagna di pulizia etnica nel Darfur tra il 2003 e il 2005, durante la quale furono uccisi centinaia di migliaia di persone. Gli eventi attuali nel Darfur segnano un inquietante ritorno a quelle atrocità di vent’anni fa.

Nei video provenienti da Al Fashir, si distingue un comandante delle RSF noto sui social come Abu Lulu, che si vanta di uccidere prigionieri uno dopo l’altro. Il Post ha rilevato almeno sei filmati recenti con Abu Lulu in scena. In uno di essi, scherza dicendo «Viva Buhran!», mentre uccide dieci persone sedute davanti a lui. In un altro video, si riprende in mezzo a cadaveri, continuando a sparare nei corpi già morti, con una nonchalance inquietante.

«È uno degli ufficiali delle RSF coinvolti in molti video di omicidi in questa guerra. È spietato, inquietante e una macchina per uccidere. Tende a colpire chiunque, siano civili o soldati», commenta un giornalista sudanese rimanendo anonimo per motivi di sicurezza.

Secondo un’altra fonte, il vero nome di Abu Lulu è Al Fateh Abdullah Idris. Un mese fa, il 20 settembre, ha ucciso a sangue freddo Ahmed, il proprietario di un ristorante. Si è filmato mentre commetteva questo crimine e si pensava fosse morto; invece, è riapparso ad Al Fashir,continuando a documentare le sue atrocità.

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