Sbloccati i fondi del contributo, il decreto attuativo è in fase di pubblicazione. Stanziati 30 milioni da ripartire in 3 anni
Un contributo di 500 euro al mese per le donne vittime di violenza. Il governo ha sbloccato il fondo da 30 milioni per il cosiddetto reddito di libertà: “Il decreto è in fase di registrazione per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale” ha fatto sapere la ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella durante il question time in Senato. Il provvedimento, ha aggiunto, è stato “finalmente reso strutturale da questo governo, con un importante incremento di risorse, a cui ha contribuito successivamente anche l’opposizione”.
A chi spetta il reddito di libertà
Istituito nel 2022 dal governo Conte, il contributo spetta alle donne senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia. Il bonus viene concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi e non è previsto nessun requisito Isee. Le domande vanno presentate all’Inps tramite il Comune di residenza.
Il ritardo nell’erogazione dei fondi
I 30 milioni previsti dal fondo saranno ripartiti in tre anni. Non è mancata qualche polemica. “Pur sembrando una buona notizia crediamo sia importante sottolineare che questi fondi sono attesi da quasi un anno dalle donne che ne hanno fatto richiesta” spiega Antonella Veltri, presidente dell’associazione D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza). “In molti casi – dice Veltri -, questo ritardo ha pregiudicato i percorsi di libertà delle donne, che hanno dovuto rivedere i loro progetti di vita. Quello che non sembra chiaro al Governo è che le vite delle donne non possono aspettare”.